Rugby

Il rugby francese avrà il suo stadio: investimenti da 600 mln di euro

Il luogo dove sorgerà lo stadio è Evry, a 25 km a sud della capitale.

Evry ha avuto la meglio sull’altra candidatura, quella di Thiais-Orly (più attrezzata a livello di trasporti e infrastrutture). A far pesare l’ago della bilancia sull’opzione “A” è stata la valutazione degli spazi a disposizione: 133 ettari, contro i 60 di Orly.

Verrà costruito un maxi parco che, oltre allo stadio, includerà al suo interno alberghi, centri commerciali, aziende. 

Una struttura nata per il rugby, ma destinata anche persone che semplicemente vogliono cercare leisure & entertainment, seguendo le nuove frontiere dello sport di alto livello. 

La spesa prevista è pari a 600 milioni di euro e la ricerca di finanziamenti è ancora in corso. Si ricorrerà unicamente a capitali privati, di cui 150-200 milioni provenienti dalla Federazione di rugby. Lo stadio sorgerà sui terreni un tempo occupati dal vecchio ippodromo (fonte: ItaliaOggi).

In ogni caso, la federazione ha deciso di avere uno stadio di proprietà perché le spese legate allo Stade de France, con il contratto siglato nel 1995, sono ormai fuori controllo e l’accordo è in fase di scadenza: per una partita occorre sborsare fino a 5 milioni di euro. 

L’innovazione di questo progetto sta nel fatto che i francesi hanno deciso di costruire uno stadio con una visione da qui a 50 anni. E’ la prima volta che avviene qualcosa di simile ed è significativo che il valore di questo nuovo impianto sia persino 
superiore a quanto l’Italia voleva spendere per costruire/ristrutturare gli impianti di calcio per l’assegnazione di Euro2012 o Euro2016, non a caso candidature, in entrambi i casi, perse dalla FIGC, che stasera si gioca almeno sul rettangolo di gioco il primato “sportivo” nel confronto con Iniesta & soci. 

Questa notizia dovrebbe far alzare le antenne anche in casa FIR, perchè è ormai chiaro che per ospitare eventi di grande profilo internazionale servono impianti di livello e la Nazionale di rugby tricolore non puo’ pensare a soluzioni in affitto come lo stadio Olimpico di Roma. Anche nel caso della FIR non è caso che si sia arrivati a perdere due candidature consecutive a livello di mondiale di specialità: vinte da Inghilterra e Giappone (nonostante la consulenza strategica del gruppo francese Havas). 

I “top-country” di questo sport (Francia, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia, SudAfrica) si sono ulteriormente rafforzati e continueranno a farlo non solo in ambito sportivo, ma anche a livello infrastrutturale razziando nei prossimi anni l’organizzazione di grandi eventi (hanno le carte in regola per farlo e l’IRB sta puntando sempre più su standard di alto livello in termini di ospitalità). L’Italia non offre nulla (la legge Lolli-Butti sull’impiantistica sportiva ristagna alla Camera dei Deputati) e chi deve fare politica dello sport non è capace di trasmettere questi concetti/opportunità a chi dovrebbe dare il via libera per gli investimenti (il Governo). Non ci resterà che applaudire per la solita vittoria “interna” con gli scozzesi in casa nel prossimo Six Nations. Ma è chiaro che stiamo parlando del contentino per l’ultimo arrivato nella famiglia della palla ovale: appunto l’Italia. 

Parigi e la Federugby transalpina (FFR) avranno il loro grande stadio per la Nazionale. Il progetto entrerà, nei prossimi mesi, nella fase operativa. La struttura, pronta entro la stagione 2018, ospiterà 82 mila spettatori e sarà ultramoderna: tetto scoperchiabile e prato rimovibile (fonte: ItaliaOggi).

Previous post

Il caso - Torna in auge Joseph Cala, italo-americano con il pallino per il calcio

Next post

adidas: La Spagna è all invincible.

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *