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Il caso di “Atleta A” (il film scandalo su Netflix): dove finisce il confine tra business ed etica?

(di Marcel Vulpis) – Ho seguito il film-scandalo “Atleta A” su Netflix. E’ sconvolgente che un medico di una federazione olimpica (la USAG) abbia potuto commettere molestie per 20 anni nei confronti di giovani adolescenti (si parla di 500 survivors). E’ sconvolgente che l’allora presidente di US Gymnastics abbia coperto pur sapendo cosa stava succedendo. Il tutto condito da una ricerca estrema di profitto (queste ragazzine costrette ad allenamenti forsennati) per motivi di business (nel 1991 Federginnastica USA incassava solo dalle sponsorship 19 milioni di dollari) e di medaglie (raggiunte con allenamenti assolutamente privativi da parte delle atlete). Lo sport olimpico non può essere questo ed è vergognoso che una Federazione olimpica, che ha nel suo simbolo i cinque cerchi, sia scesa così in basso in quel periodo. Dopo i primi giorni di messa in onda su Netflix – l’attuale n.1 di USAG, chiaramente in alcun modo coinvolto in questa storia assurda, – ha rilasciato sul sito una dichiarazione di totale distacco dall’operato degli anni precedenti, ringraziando le sopravvissute per il loro coraggio nel testimoniare nei confronti di questo molestatore seriale (il dr. Larry Nassar) che adesso si sta facendo 60 anni di correzione in un carcere federale. Adesso il Dipartimento di Giustizia americana sta continuando ad indagare sulle eventuali “coperture” di cui avrebbero beneficiato i vertici di USAG all’epoca dei fatti contestati. Lo sport non è dolore o privazione, ma passione e il sacrificio non può superare limiti disumani.

La dichiarazione ufficiale del CEO di USAG, Li Li Leung rispetto alla “storia” di Athlete A (pubblicata lo scorso 23 giugno 2020)

Siamo profondamente impegnati a imparare dagli errori del passato e dalla cattiva gestione degli orribili abusi perpetrati da Larry Nassar. Per fare ciò, dobbiamo ascoltare a cuore aperto la storia di Maggie Nichols e le esperienze di altri sopravvissuti, in modo da poter veramente comprendere l’impatto che ha avuto e le circostanze che l’hanno portato e l’hanno permesso per troppo tempo.

A causa del coraggio di Maggie e di altri sopravvissuti che si sono fatti avanti, ci sono state riforme di trasformazione in tutto lo sport. All’interno di USA Gymnastics, sotto un team di leadership completamente nuovo, abbiamo implementato politiche più forti e misure preventive, avviato molteplici sforzi educativi e apportato ampi cambiamenti organizzativi, di leadership e di personale. Ancora più importante, abbiamo dato la priorità al cambiamento della sottocultura all’interno della nostra comunità che ha permesso che ciò accadesse. Dobbiamo a questi sopravvissuti un incredibile debito di gratitudine per aver innescato questi cambiamenti nello sport.

Nonostante questi cambiamenti, riconosciamo che il lavoro non è ancora finito. Dobbiamo continuare ad ascoltare, continuare ad evolvere e continuare a migliorare – e ci impegneremo a farlo.

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