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Il calcio italiano tira un sospiro di sollievo: via libera al Decreto Crescita

(di Federico Navarro) – Dopo settimane di incertezza e appena prima delle dimissioni del premier Giuseppe Conte, il Governo ha approvato il decreto attuativo che permetterà alle società sportive di usufruire di un regime fiscale agevolato che dimezza la tassazione per i tesserati provenienti dall’estero, come previsto dal “Decreto Crescita” del 2019.

Questa manovra aveva vissuto un periodo di stand-by dopo che l’Agenzia delle Entrate nel mese di dicembre aveva dichiarato impraticabile tale agevolazione fiscale.
Ma la svolta è arrivata grazie all’impegno del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina e del presidente della Lega Serie A Paolo dal Pino, che hanno ottenuto il consenso del Consiglio dei Ministri proprio sul finale del mandato esecutivo del Premier Conte.
La conditio sine qua non affinchè le società possano usufruire di queste agevolazioni è che i calciatori in questione non abbiano avuto la residenza fiscale in Italia nei due anni precedenti al trasferimento, e che la mantengano per almeno due anni successivi alla firma del contratto.
L’Italia dunque segue l’esempio spagnolo, dove nel 2005 entrò in vigore la “legge Beckham” che garantiva agevolazioni fiscali a lavoratori stranieri in Spagna con introiti superiori ai 600 mila euro annui, dal quale vennero poi esclusi i calciatori professionisti con la riforma fiscale del 2014.
L’approvazione di questo decreto può far ben sperare il movimento calcistico italiano, che negli ultimi anni, anche grazie a queste agevolazioni, ha potuto far approdare in Serie A campioni di calibro assoluto come Lukaku, De Ligt e Mkhitaryan.
Nonostante ciò la preoccupazione dal punto di vista finanziario continua a tener banco tra i club di Serie A, come testimoniato dalle dichiarazioni di Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, che ha riportato come la pandemia abbia causato una perdita di circa 700 milioni di euro, che potrebbero arrivare a 1.200 nel caso in cui non si riuscissero a riaprire gli stadi entro la fine della stagione 2020/2021.
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Redazione

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