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Ghiretti (SGPlus): “Lo sport è la più grande rete sociale del Paese…”

(di Alberto Morici) – “Non è vero che i ragazzi della Generazione Z non vogliono fare sport, ma necessitano di una differenziazione dell’offerta, perché lo vogliono fare a modo loro, un modo forse destrutturato, comunque un modo che interpreta i codici di questa generazione”.

Sono le parole di Roberto Ghiretti, presidente di SGPlus, che. in occasione della presentazione del suo ultimo lavoro editoriale presso il Salone delle Onorificenze del Coni, “Il Futuro è già qui, discorrendo di Generazione Z, drop out sportivo e best practices” ha analizzato il contesto sociale italiano e la capacità delle associazioni sportive di intercettare le nuove esigenze.

La Generazione Z, dalle analisi che abbiamo fatto con l’Istituto Piepoli, direttamente su alcune regioni, è una generazione completamente diversa dalla precedente che rispetto ai Millennials, sarà una “gen”, che, fra 25 anni, guiderà il nostro Paese; non vogliono essere troppo organizzati, ma sentono l’esigenza di praticare sport seguendolo e appassionandosi in modo diverso. Amano commentarlo appassionandosi all’influenza di quelli che hanno una rilevanza sociale, cioè quegli eroi odierni che si impegnano soprattutto sui termini dell’inclusione e dell’ambiente. Pertanto, non è vero che non amano lo sport, lo amano eccome ma ripeto è una visione molto diversa rispetto al passato”.

In un Salone del Coni gremito da volti storici dello sport italiano il presidente Giovanni Malagò (nella foto in primo piano insieme all’autore dl libro) ha enfatizzato le parole di Roberto Ghiretti, sollecitando tutti gli addetti ai lavori ad avere una visione più a lungo termine sullo sport italiano. Se è vero che l’Italia sta raccogliendo successi sportivi, non è detto che fra 10 anni ci sia una retroguardia pronta a continuare sull’onda del successo, proprio perché il Sistema non si è ancora preparato ad accogliere le nuove esigenze dei giovani. È fondamentale diversificare l’offerta di sport, sapendo includere anche questi ragazzi che hanno nuove esigenze – ha continuato Roberto Ghiretti nell’intervista rilasciata a Sporteconomy – “E’ necessario sapere includere anche questi ragazzi e offrire a loro un prodotto che sia appetibile. E in tutto questo la pubblica amministrazione ha una grande opportunità, perché lo sport è un asset da valorizzare. Noi lavoriamo con circa 20 pubbliche amministrazioni e queste hanno capito che lo sport è la più grande rete sociale del paese. Penso all’infanzia, penso alla generazione Z, ma penso anche alla terza età: infatti nell’allungamento del ciclo di vita eventi come i giochi d’argento possono diventare uno strumento di convivialità, socialità ma anche benessere e salute. Oppure proponendo un’offerta a tutto campo, si può ridurre molto il disagio giovanile con un forte orientamento alla disciplina e al benessere mentale”.

E ancora: “Nel nostro studio abbiamo analizzato 25 best practice di società piccole o medie, non professionistiche, che si sono organizzate differenziando l’offerta e dando prodotti atti allo sviluppo di politiche sociale. In sostanza queste associazioni stanno diventando piccole imprese sociali multifunzionali che possono trainare una vera e propria rivoluzione. Purtroppo, alcune società territoriali, e ahimè sono la stragrande maggioranza, si chiudono dietro l’affermazione dell’“abbiamo sempre fatto così” andando inevitabilmente a rincorrere l’oblio. Invece io insisto sul fatto che se le società sportive dilettantistiche fanno rete e la pubblica amministrazione si collega a questa rete con una proposta di agevolazione di iniziative innovative pensate per la nuova generazione, basandosi sull’ascolto della stessa, allora lo spillo che avremo puntato nella diga, farà la crepa e potrà avviarsi un rinascimento culturale sportivo”.

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