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Ghiretti (SG Plus): Sports marketing in crescita in Italia, ma serve un approccio più scientifico nella analisi

(di Marcel Vulpis) – E’ sempre più frequente, tra gli addetti ai lavori, il dibattito sul futuro dello “Sports Marketing” nel nostro Paese. Strumenti come le analisi e/o le ricerche funzionali, per i player (pubblici e privati), stanno sicuramente aumentando, ma, nel contempo, non sempre e la metodologia applicata (per la scelta di un intervento di comunicazione strategica o sponsorizzativa) segue un percorso logico, oltre che tecnico. Ne abbiamo parlato con Roberto Ghiretti (nella foto in primo piano), fondatore e titolare di SG Plus (struttura nazionale di advisoring specializzata nel mondo dello sport), precedentemente conosciuta, dalla platea degli addetti ai lavori, come “Studio Ghiretti”.
D: Ghiretti quali sono i “pilastri” che un potenziale investitore, interessato al mercato dello sport, dovrebbe seguire?
R: Sicuramente è un insieme di pilastri, di fattori, che bisogna prevedere, inserendoli in una logica di metodo. L’assenza anche solo di uno di questi fattori o, ancor più, l’errata sequenza nel metodo utilizzato vanifica gli sforzi, a partire da quelli economici.
D: Nel concreto?
R: E’ essenziale partire da una corretta analisi dei dati. Conoscere il mercato di riferimento è strategico per poter effettuare, nella fase successiva, delle scelte corrette. Deve essere un’analisi “ragionata” dei dati, perchè l’interpretazione è altrettanto importante rispetto alla raccolta degli stessi. La progettualità, soprattutto se di qualità, è un ulteriore fattore da considerare, con particolare attenzione all’innovazione. Bisogna poi “diversificare” l’offerta e puntare all’applicazione di determinati modelli in funzione della garanzia del risultato che si attende il cliente. Tutto ciò poi viene valorizzato dalla leva della comunicazione, soprattutto se messa in campo in modo efficace.
D: Qual è la fotografia attuale del nostro mercato?
R: C’è da diversi anni una crescita culturale degli operatori del settore, ma c’è ancora molto da fare. La nostra, come agenzia, è anche una attività di sensibilizzazione culturale sul tema. Spesso assisto ad interventi che non presentano tutti gli elementi sopra descritti. C’è quindi ancora molto da lavorare, perchè il mercato in esame possa approcciarsi in modo tecnico e professionale. Noi, per primi, come SG Plus, abbiamo deciso, diversi anni fa, di dotarci di un Centro Studi. E’ un servizio che offriamo ai nostri clienti, perchè siamo i primi a crederci. Nella professione è fondamentale sempre essere coerenti. Proponiamo ai nostri clienti servizi “intelligenti” di analisi dati, perchè siamo i primi ad usarli al nostro interno. Mi permetto di dire: bisogna iniziare a “misurare” gli interventi che si mettono in campo. E’ essenziale e lo sarà ancora di più nel futuro. Già oggi è un errore tralasciare questo aspetto strategico.
D: Cosa consiglierebbe ad un “player” interessato ad entrare nel mondo dello Sports Marketing?
R: Semplice: investire in professionalità certificata e in progettualità di qualità. Non c’è altra strada. E poi puntare, nel tempo, a seconda della durata dell’intervento e del valore dell’investimento ad una diversificazione di interventi progettuali. Come SG Plus, per esempio, siamo impegnati con progetti su diverse aree, quali, per esempio, le politiche sociali (per aziende pubbliche e private), la fan engagement, la Corporate Social Responsability (CSR), il turismo sportivo e, più in generale, la progettualità (da molti anni) a sostegno della stragrande maggioranza delle Federazioni sportive nazionali (FSN).

Il logo di SG+

D: Spostiamoci sul terreno della comunicazione…
R: Mi sembra che, anche in questo caso, ci sia una forte “dicotomia”. C’è la moda, la tendenza, anche corretta, di investire nei “new media”, ma spesso ci si dimentica dell’importanza dei mezzi tradizionali (tv, carta stampata, ecc.). C’è la corsa ad investire sui social, ma si perdono tante grandi opportunità sul resto degli “altri” mezzi. E’ una sorta di “politica dei due forni”. Il forno dei mezzi tradizionali e quello dei social media, per intenderci meglio. Puntando solo sui social media si rischia di fare comunicazione “a metà”. E questo è un errore tecnico, ricordando a chi ci legge, tra l’altro, che ormai tutto è comunicazione. Quindi se si sbaglia in quest’area non si va poi in gol, al termine dei processi appena descritti.
D: Dall’osservatorio privilegiato di SG Plus cosa vede ancora?
R: Mi creda, ho visto questo settore, nascere e svilupparsi, prima come dirigente, e poi, negli ultimi 18 anni, come fondatore di Studio Ghiretti e di SG Plus (naturale trasformazione della struttura appena citata, nda) la più importante advisory indipendente in Italia nel mercato dello sports marketing. Ma c’è ancora molto da fare e progettare. Lo sport è rete sociale e pochi ancora lo sottolineano. Non sento poi parlare di Sport come della più importante “agenzia educativa per i giovani”. Sento ancora discutere poco o parlare di “patti e politiche educative”. Si parla di giovani, per esempio, ma spesso con modalità “random”. Per noi di SG Plus è doveroso giocare una partita su questi temi, perchè è nel dna naturale della nostra agenzia (con quartier generale a Parma, ma con sedi strategiche anche a Milano e Roma, nda).
D: Per concludere, ma lo sports marketing è una scienza esatta, come alcuni analisti iniziano ad affermare?
R: Lo è o lo diventa nella misura in cui ci si affida a delle professionalità certificate. Credo che questa sia la risposta più giusta e corretta.
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Marcel Vulpis

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