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Festivalizzazione al centro del business model dell’Inter Miami CF (MLS)

L’Inter Miami CF “MLS” festivalizza i soccer matches migliorando il capitale sociale ed il profitto.
Creatività e nuove idee, un asset principale per coinvolgere gli spettatori.
(di Marco Mazzi)* – La Major league Soccer, nata nel 1993, è tra le più giovani leghe professionistiche americane (non rappresenta tra l’altro, ancora uno sport di 1a fascia negli States). E’ importante però un sano confronto, sul piano marketing, sopratutto con realtà e culture differenti.
Un esempio illuminante è la squadra dell’Inter Miami FC, una delle 26 realtà iscritte alla MLS, che, pur non essendo un top team, ha un modello di business e sostenibilità sociale che potrebbe inspirare molti club sportivi italiani.
Siamo entrati in una analisi approfondita, grazie al supporto di Rob Zuer, Vice President of Ticket Sales & Service dell’Inter Miami CF. Partendo dall’analisi dello stadio: un impianto di appena 19.135 posti, sempre in sold out, fattore integrante di un modello vincente di business (come nella stragrande maggioranza degli stadi italiani non offre internamente extra servizi). L’Inter Miami CF stadium pertanto è solo un moderno venue sportivo, niente di più.

Uno degli asset del successo del club basato in Florida è rappresentato oggi dalla “Fan Engagement focalizzata in 3 punti di forza:

1) target delle “famiglie“, che rappresentano negli USA uno degli assset principali di profitto nell’area ticketing;
2) coinvolgimento dei giovani nelle soccer academy  della città di Miami;
3) coinvolgimento delle scuole, fino ad arrivare al mondo dei college, dove il club è determinante non solo nell’aspetto tecnico-sportivo, ma anche in quello sociale.
In sintesi, un “progetto  sociale” con dei piccoli spunti ripresi dal Trattato di Lisbona del 2007, e ad  un business model rivolto al target under35, propenso a  garantire il consumo dei servizi offerti.
Nelle Academy interne dell’Inter Miami CF, poi, il coinvolgimento nei confronti del team viene anche rinforzato dal valore della “famiglia” e dalla costante connessione con la società e la 1a squadra. Il coinvolgimento con gli asset sopra indicati facilita il rapporto di fidelizzazione tra squadra e tifosi. Si genera un solido profitto che premia i tifosi attraverso la possibilità di rafforzare il rapporto con i calciatori, potendo godere nel contempo di extra plus services quali la fan zone ubicata fuori dallo stadio (generalmente una opportunità che ha una durata  media di 48 ore).

Nella foto una immagine di Marco Mazzi

La fan zone dell’Inter Miami FC, è gestita e finanziata dagli sponsor, in primis da uno dei suoi big partner: il colosso della birra Heineiken. Tutto questo è creato per raggiungere una coesione tra sport community e territorio, attraverso un processo di festivalizzazione, che, mediamente, conta 35mila ingressi giornalieri (composti non solo da tifosi con il biglietto). Un progetto che produce  stimoli e unique experiences nella città Miami. Il tutto rivolto alla community delle famiglie, alle nuove generazioni e al club.
Si evidenzia un coinvolgimento long term che dura minimo 12 mesi anche nei momenti in cui il campionato è fermo, a differenza del trend di tanti altri campionati nazionali di calcio, che hanno, invece, una durata più breve.
Presentarsi come una nuova Lega, in concorrenza con le big dello sport professionistico (parliamo ovviamente di “NFL, NBA, MLB” e “NHL”), il tutto unito alla crisi economica del  post Covid 19 (in mancanza di importanti accordi di sponsorizzazioni), ha portato il ticketing a diventare una delle fonti di profitto più importanti per l’Inter Miami CF e non solo. Diverse le azioni attivate per raggiungere determinati obiettivi dal giovane club della Florida:
A) La metodologia del pricing dinamico, ovvero un  prezzo di ticketing variabile (dipendente dal valore di un algoritmo composto dalla domanda, dall’offerta, dal valore del match e da quello del palinsesto della festivalizzazione).  Un costo economico, inoltre, sempre in linea con i trend del mercato (viene promosso da più distributori di ticketing che contribuiscono al costante sold out);
B) L’investimento sui servizi a favore dei membri (vengono offerte opportunità continue di coinvolgimento), con l’obiettivo di proporre  unique experiences anche fuori dal campo di gioco (ma sempre connesse al legame verso il team). Questa strategia  definisce il tifoso come “parte integrante” della famiglia dell’Inter Miami CF. Abbonarsi al club è una operazione “win-win”, che premia il cliente attraverso una molteplicità di servizi, oltre al team, chiaramente, con un profitto immediato.
C) Gestione last minute del ticketing invenduto, attraverso la possibilità di avere un ingresso ridotto o free nella fan zone per  almeno 48 ore, dopo aver acquistato il biglietto invenduto. Idea ispirata da alcuni “Sport Team” di Denver, che, con l’evento denominato “Mile High City” (prende il nome proprio dalla capitale del Colorado), portano all’estremo il coinvolgimento dei fans, durante i due giorni pre-match (nello specifico vige lo slogan “Entra in un concerto e vedi anche  il match”). 
Da questo esempio risulta chiaro come sia possibile poter coinvolgere i tifosi anche senza avere uno stadio multi-servizi.
La cultura dello sport business a stelle e strisce è  sicuramente differente da quella europea, ma il desiderio di  divertirsi è un’esigenza presente in tutte le culture e tradizioni sportive moderne.
* Marco Mazzi – PhD Researcher Sport Event Management
Per approfondimenti su Linkedin:  linkedin.com/in/mazzi-3m-phdsportingevent
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