All newsAltri eventiCalcioSerie A - Serie B

E’ morto Gigi Riva, leggenda del calcio azzurro

(di Massimiliano Morelli)*A(d)Dio Gigi. Dovrei scrivere un pezzo freddo e razionale, come ho fatto altre volte. Ho scritto di Pelè e Maradona, di Cruijff e Best, financo qualche giorno fa di Beckenbauer, ho scribacchiato le dipartite di eroi, ma stavolta non ho la stessa tranquillità descrittiva nel raccontare Gigi Riva, leggenda del calcio italiano. Perché ha accompagnato la mia vita di cronista. E ancor prima di tifoso. Del Cagliari. S’affastellano uno dopo l’altro i ricordi. Riva per me è stato uno di famiglia. Mi arriva la “soffiata” del suo ricovero nell’ospedale di Cagliari da parte di un collega isolano, e comincio a pensare che potrebbe essere arrivato quel momento. Brutto, inimmaginabile, disgraziato, che, ogni volta, ho scacciato il pensiero dell’addio da una mente che pensa troppo. Invece quel momento, purtroppo, è arrivato. Ed è devastante. Gigi Riva è stato l’uomo che ha portato la Sardegna sulla luna, prendendola per mano. Senza parlare, perché lui era “uomo di silenzi”.

Senza ostentare, senza bisogno di far vedere chissà cosa. Armava il sinistro e scendeva in campo, “battezzava” gli antagonisti senza irriderli, li batteva in volata, di potenza, d’astuzia. Il colmo è che lo amavano anche quei terzini che cercavano di francobollarlo per non fargli toccar palla. Senza riuscirci. Lo rispettavano come avversario come lui rispettava tutti. Arbitri inclusi, compreso quel Concetto Lo Bello, eroe delle giacchette ner,e quando i direttori di casa erano di un’altra pasta. Più ferrei e, secondo molti addetti ai lavori, molto diversi rispetto ad oggi. Mai una parola fuori luogo, neanche quando il lusitano Americo, nel 1967, e l’austriaco Hof, nel 1970, gli azzannarono i garretti riducendogli la carriera. Mai, mai, mai.

La Sardegna da stasera è in lutto, quel suo rapporto endemico con l’isola felice ha fatto in modo che il popolo più diffidente lo eleggesse “re”. Quella sua voglia di restare lì, dove il destino lo aveva catapultato, in un luogo che, dall’aereo, gli pareva un territorio dai colori esotici e che invece s’è trasformato nel suo paradiso. “E’ morto Gigi Riva”, la notizia viene battuta dalle agenzie, i telegiornali aprono con il suo addio alla vita terrena. E’ morto Gigi Riva, e io non voglio crederci. E adesso vorrei abbracciare i miei fratelli tifosi del Cagliari. Perché per noi nulla sarà mai come prima.

  • giornalista sportivo e scrittore romano
Previous post

1XInternet nuovo sponsor per la Federazione islandese di pallamano (HSI)

Next post

Pardo, nuovo sponsor di maglia del club Independiente (C.A.I.)

Redazione

Redazione

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *