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Cosa può fare il movimento sportivo mondiale per combattere il problema del cambiamento climatico

(di Emanuele de Laugier) – Il cambiamento climatico è considerato la più grande minaccia nei confronti della società mondiale. Ci sono stati almeno 13 fenomeni climatici che hanno provocato un impatto socio-economico negativo dal 2000 ad oggi e ce ne saranno ancora di più in futuro.

Infatti, secondo il report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’ONU, a meno che venga fatto un enorme taglio all’utilizzo dei carbon fossili, sarà impossibile raggiungere gli obiettivi definiti dall’accordo di Parigi del 2015 sul clima, ovvero di mantenere l’incremento della temperatura sotto i 2 °C in questo secolo.

Il cambiamento climatico sta anche colpendo il mondo dello sport, infatti le Olimpiadi di “Tokyo 2020” sono state le più calde della storia con una temperatura media di 32.3 °C. Ciò ha costretto molti atleti a richiedere assistenza medica ed a ritirarsi dalle gare per l’esaurimento dovuto dal troppo calore. Inoltre, secondo il report della Rapid Transition Alliance, entro il 2050, delle 21 città che hanno ospitato il Giochi Olimpici invernali, solo la metà sarà abbastanza fredda da poterli ospitare di nuovo.

Lo sport non sta solo patendo per il cambiamento climatico, ma, allo stesso tempo, sta anche contribuendo in maniera significativa al problema. Infatti, guardando solo al calcio, il movimento calcistico mondiale è responsabile dell’emissione annuale di 30 milioni di tonnellate di carbonio, che è circa la stessa quantità prodotta della Danimarca nello stesso lasso di tempo.

Nel 2018, le Nazioni Unite hanno creato il Sports for Climate Action Framework (UNFCCC) che cerca di rendere più responsabile e partecipe l’industria dello sport alla lotta contro il cambiamento climatico, unendo le organizzazioni sportive e le comunità che le supportano con una serie di principi per salvaguardare il futuro del pianeta. I fondatori di questa convenzione sono il CIO, la Federazione Internazionale della Vela, la Lega Mondiale di Surf, il Forest Green Rovers Football Club e la Federazione Francese di Tennis. Attualmente sono 270 i firmatari del UNFCCC, ma solo il 25% di essi sta attivamente adottando misure per rispettare i propri impegni.

Per sensibilizzare e combattere il cambiamento climatico, la società di consulenza 17 Sport ha redatto un report in cui spiega la situazione attuale, cosa sta facendo lo sport in questo momento e cosa potrà e dovrà fare il movimento sportivo mondiale (CIO, federazioni, leghe, squadre, atleti, sponsor e fan) per salvaguardare il suo futuro, così come quello del pianeta. Secondo 17 Sport, gli obiettivi principali che lo sport deve perseguire sono 3:

Rendere il settore sportivo a impatto zero sull’emissioni di carbonio entro il 2040
– Fare leva sull’influenza dello sport per mobilitare i miliardi di tifosi ad intraprendere azioni concrete
– Utilizzare le partnership, che sono fondamentali per lo sport, per facilitare l’innovazione e la condivisione di nuove tecnologie ed infrastrutture per facilitare la transizione ad un mondo senza emissioni di carbonio
Il modello da seguire per provare a raggiungere questi obiettivi è il Forest Green Rovers (FGR), squadra di calcio della EFL League Two.

Il club inglese ha ottenuto l’attenzione globale per il suo approccio progressivo nei confronti dell’ambiente, focalizzandosi sulla creazione di iniziative green nei tre settori che producono le maggiori emissioni: l’energia, il trasporto e il cibo.

Per ridurre l’impatto proveniente dall’area energetica, l’intero club è alimentato al 100% da energia green proveniente da Ecotricity (sponsor del FGR), con una parte di essa generata dai pannelli solari presenti allo stadio. In più, il Forest Green Rovers utilizza dei segnapunti a LED a basso consumo energetico e dei timer per spegnere il riscaldamento negli edifici, così come cucine ed elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico nei punti di ristoro.

Per quanto riguarda la cura del campo da gioco, viene utilizzato un tosaerba elettrico alimentato dai pannelli solari per tagliare l’erba che, successivamente, viene riciclata per produrre sapone. Inoltre, per mantenere il manto erboso, non vengono utilizzati pesticidi o erbicidi, al contrario, viene favorita l’impollinazione tramite la semina, la creazione di “bug hotel” e di alveari. Per irrigare il prato del campo viene riciclata l’acqua piovana al posto di utilizzare quella proveniente dal sistema idrico.

Per minimizzare l’emissioni dovute all’industria alimentare, il FGR offre solo cibo vegano appena preparato agli atleti, allo staff ed ai tifosi. In aggiunta, per combattere gli sprechi, il club utilizza cartelloni pubblicitari riciclabili e le confezioni degli snack sono compostabili, così come non viene utilizzata la carta per i biglietti delle partite che vengono venduti solo online.

Il Forest Green Rovers tiene degli eventi per educare i tifosi sull’energia, sugli sprechi, sui rifiuti e su come avere uno stile di vita sano. In più, pubblica e comunica eco-notizie sul proprio sito web ufficiale, sulle bacheche allo stadio e durante il giorno della partita. Inoltre il club incoraggia i fan ad andare a tutte le partite (sia in casa che in trasferta) utilizzando mezzi sostenibili e, nei parcheggi nei pressi dello stadio, sono state istallate le colonne per ricaricare le macchine elettriche.

Gli sforzi del FGR per mitigare l’impatto ambientale sono stati riconosciuti al livello mondiale e sono considerati un modello da emulare. Infatti, il Forest Green Rovers è stato dichiarato dalla FIFA come “il club più green del mondo” nel 2017 e, nel 2018, è stato certificato dalle Nazioni Unite il fatto che la squadra sia a impatto zero sull’ambiente. In aggiunta, va evidenziato che questi sforzi non hanno in alcuno modo ostacolato economicamente il club. Anzi, l’anno scorso, nonostante la pandemia in corso del Covid 19, il Forest Green Rovers ha raddoppiato le sue entrate dagli sponsor grazie alla sua distinta posizione sulla sostenibilità.

Questa partnership, basata molto sull’immagine che viene trasmessa al mondo, è il tipo di collaborazione che 17 Sport auspica per il futuro del movimento sportivo globale perché lo sport può e deve incominciare ad usare più strategicamente le sponsorizzazioni per raggiungere gli obiettivi climatici. Questo perché, secondo il recente report di Badvertising, sono più di 258 i contratti di sponsorizzazione presenti nei 13 sport globali con marchi che promuovo prodotti, servizi e stili di vita ad alto consumo di carbonio (aziende di petrolio, gas, autoveicoli, compagnie aeree,ecc).

Lo sport con più partnership con questa tipologia di aziende è il calcio con 57. Per un’industria che è vulnerabile al cambiamento climatico e che dichiara di impegnarsi nella lotta alla crisi ambientale, un accordo di sponsorizzazione con compagnie come Ineos, Gazprom o simili mina la credibilità e l’impegno dello sport a fare la sua parte, facendo passare il messaggio ai fan che le considerazioni commerciali vincono sugli sforzi per proteggere il pianeta. I marchi sponsorizzano lo sport per interagire con i tifosi, fidelizzare il marchio ed influenzare positivamente l’acquisto dei loro prodotti e dei loro servizi.

Per 17 Sport, gli eventi sportivi, le squadre e le leghe devono selezionare con attenzione gli sponsor con cui stringere una partnership, non firmando con quelle aziende che vanno contro il cambiamento climatico, ma solo con le compagnie ad impatto zero o con quelle che stanno facendo degli sforzi per passare a pratiche ed offerte commerciali più rispettose dell’ambiente.

Un esempio di quest’ultima tipologia di azienda è Toyota che, nonostante per il report di Badvertising sia il più grande sponsor promotore di prodotti ad alto impatto ambientale nello sport con 31 partnership, durante le Olimpiadi di Tokyo 2020, in cui era Official Mobility Partner del CIO, ha fornito più di 3700 veicoli (di cui il 90% elettrici) che hanno aiutato a ridurre le emissioni di carbonio della metà. Ed ancora più importante, Toyota ha aiutato il CIO a lasciare un’eredità positiva di una migliore mobilità cittadina a Tokyo.

Il movimento sportivo mondiale può e deve svolgere un ruolo da protagonista nella gara verso un mondo più sostenibile. Con la sua ricezione globale, la sua influenza, le sue risorse e con la sua abilità di ispirare speranza, lo sport deve essere una guida verso il cambiamento. I fan, da amanti dello sport, sono pronti a seguire la disciplina e i loro atleti preferiti nella lotta contro il clima. Se l’industria sportiva può collettivamente dare la priorità alla sostenibilità e cambiare il modo in cui opera nella lotta contro i cambiamenti climatici in una scala necessaria ad avere un impatto notevole, non solo salvaguarderà il proprio futuro, ma sicuramente altri seguiranno la via intrapresa per vivere in un mondo dove umani e natura prosperano insieme.

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