Convegni – Gli stadi, al primo posto nei pensieri della politica italiana

La nuova sfida "per tornare competitivi" in Europa nel calcio passa anche dall’impiantistica sportiva, grazie in particolare a stadi di proprietà e modulari. E’ la strada imboccata per colmare il gap rispetto ai campionati europei più ricchi (in particolare Premier inglese e Liga spagnola). Un’inversione di tendenza che garantirebbe stadi più sicuri, minori costi di gestione e maggiori ricavi. Uno strumento importante anche per mettersi al passo con le big d’Europa (in termini di fatturato le migliori società italiane scivolate fra l’ottavo e il decimo posto).

"Con lo stadio di proprietà – ha detto oggi a Milano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, partecipando al workshop organizzato da Coni e Coni Servizi dal titolo "Gli stadi modulari: un’opportunità per il calcio italiano", alla presenza di Gianni Petrucci – le nostre società potranno competere meglio con i maggiori club europei. Milan, Roma, Inter e Juventus attualmente sono tra l’ottavo e il decimo posto in Europa in termini di fatturato. Rispetto al Real Madrid ad esempio la Juve ha 200 milioni in meno". Troppa dipendenza in termini percentuali (oltre il 60%) dai diritti tv e poca dai biglietti e dalle attività commerciali, dove le società italiane "incassano dieci volte meno delle altre maggiori squadre europee".

Per sbloccare questa impasse, il governo ha deciso di "accelerare" l’iter parlamentare per l’approvazione del ddl, attualmente in Senato, sull’impiantistica: mercoledì la prima riunione del comitato ristretto. "C’é un’ampia convergenza tra le forze politiche – ha spiegato Crimi – Arriveremo a testo unico entro l’estate, forse anche prima, magari senza nemmeno andare in aula. Poi alla Camera l’iter sarà più veloce".

 

Fondamentale però sarà l’apertura di un confronto con gli enti locali. "Ci aspettiamo proposte chiare e forti. Altrimenti l’iter di legge sarebbe rallentato". E potrebbe risentirne anche la candidatura italiana per gli Europei del 2016: "Non riusciremo ad avere stadi a norma – ha concluso Crimi – se non passasse la normativa sugli stadi".

Da parte dei Comuni però è arrivato un primo segnale di disponibilità: "Gli stadi modulari? Noi siamo favorevoli", ha detto Roberto Pella dell’Anci. Tuttavia, una volta varata la nuova legge, si porrà poi il problema di una "gestione più virtuosa" delle società, che comprenda anche un contenimento delle spese per i calciatori.

"Da anni imploriamo che si faccia qualcosa per ridare vitalità al calcio professionistico che ci rilanci in Europa", ha rilevato il presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese. Molti club, il Milan primo fra tutti, invocano da tempo una riforma fiscale al passo con altri paesi come la Spagna. E su questo il Governo italiano è d’accordo, ma chiede "che siano uniformati i sistemi fiscali".

"Con la nuova legge i club dovranno investire – ha concluso Matarrese – altrimenti saremmo colpevoli anche noi". Da qui la proposta di Coni Servizi per soluzioni flessibili "chiavi in mano" per impianti medio-piccoli (l’analisi riguarda gi stadi dalla serie B in giù fino all’Interregionale), con recinzioni mobili ed elevabili, videosorveglianza e quant’altro.

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Marcel Vulpis

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