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Ciclismo: Velasco (Team Astana-Qazaqstan) vince il titolo italiano a Comano Terme

Sulla ruota di Comano (sede dei campionati italiani di ciclismo in linea) è uscito il numero 17, ovvero quello del 27enne Simone Velasco, 27 anni (Team Astana-Qazaqstan).

Non c’era il suo nome fra quelli dei papabili alla vigilia della rassegna tricolore in Trentino, ma ad onor del vero più di qualcuno aveva iniziato a includerlo nella rosa dopo la cronometro di giovedì a Sarche, nella quale aveva destato impressione chiudendo quarto, da non specialista, su un percorso impegnativo.

Certo, ripetersi sui 227 km e 3.730 metri di dislivello del percorso trentino era tutt’altro dire, e fino a 20 km dal termine sembrava che fosse un altro atleta del Team Astana-Qazaqstan, Simone Battistella, quello destinato a giocarsi una grossa chance tricolore sul traguardo di Comano Terme. Invece è stato a 15 km dall’arrivo che la corsa ha subito l’ennesimo ribaltamento in testa, quando su Filippo Magli (Green Project-Bardiani-CSF) e Battistella, rimasti all’inseguimento del solitario Lorenzo Rota (Intermarche-Circus-Wanty), si riportavano Velasco, Kristian Sbaragli, Davide Formolo e Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Filippo Baroncini (Trek-Segafredo).

A questi sette è toccato l’inseguimento del bergamasco dopo l’ultimo scollinamento sulla salita di Cavrasto, poi ripreso a 7 km dal traguardo. Con Battistella messo fuori gioco dai crampi e Baroncini da una foratura, il Tricolore è diventato un gioco a sei sul lungo rettilineo di Comano, incorniciato di appassionati che per tutto il giorno hanno affollato l’intero percorso sotto un sole caldo ma splendido, che ha illuminato ed esaltato il verde e i borghi di Comano e delle Giudicarie Esteriori negli oltre 90 minuti di diretta televisiva.

In uno sprint dopo 227 km quasi sempre vince chi ha più gambe: oggi, ce le aveva Simone Velasco. Secondo posto per Lorenzo Rota, che già l’anno scorso aveva occupato lo stesso gradino alle spalle di Filippo Zana, terzo Kristian Sbaragli.

“Quella di oggi era una gara per corridori di fondo che sanno tenere duro su percorsi impegnativi,” ha spiegato il neo-campione italiano, “nelle classiche delle Ardenne mi ero ben comportato e quindi avevo fiducia, ma il Tricolore è sempre un terno al lotto: si corre in modo diverso rispetto alle altre gare, e io difficilmente avevo avuto fortuna in passato in queste occasioni.” (fonte: Lega Ciclismo Professionistico)

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