Caso Schwazer: l’anti-doping affonda se stesso
(di Gianni Bondini)* – Il caso Schwazer rimarrà uno dei grandi dilemmi di questa Olimpiade. Vorremmo sapere infatti se Iaaf, Laboratorio di Colonia e pure l’Authority del CIO ce l’hanno con Alex Schwazer e per la teoria dei “vasi comunicanti” anche con il suo allenatore Sandro Donati.Ma siamo certi che non verremo esauditi.
E, allora, ci accontenteremo di copiare il cardinal Rivarola, inquirente del Papa- e, che, di fronte a dei casi intricati, amava dire: “Strano assai e bono a sapersi”. Sulla prima affermazione il commento sorge spontaneo: quante cose sarebbero da portare davanti alla Santa Inquisizione, così almeno, tra un’unica strappata e una buona dose di nerbate, qualcuno confesserà chi ha incasinato, sporcato e ci ha presi per fessi. Detto questo, però, la pistole fumante erano sul tavolo: la traccia del testosterone sintetico. spiegheremo che finalmente questo tormentone sulla “recidiva di un pre-squalificato” la storia è conclusa. Ci spiace ma adesso cali il sipario.
- giornalista romano specializzato in politica sportiva e tematiche legate al doping
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