Londra 2012

Caso Schwazer: gli sponsor lo lasciano a terra

Il campione altoatesino, era legato a un pool di otto aziende partner (Asics, Ferrero, Südtirol, Technogym, Despar, Garmin, Bmw e Oakley), come appare sul sito personale ancora non oscurato. Londra doveva essere la consacrazione di una giovane carriera caratterizzata da importanti vittorie in campo internazionale; da ieri tutto questo mondo (gestito dalla manager Giulia Mancini) è destinato a sgretolarsi, perchè il danno di immagine per le realtà partner, soprattutto quelle del settore alimentare (Ferrero e Despar in prima fila), è elevato.

Il primo sponsor ad averlo lasciato a terra è stato ufficialmente Ferrero (nel 2009 realizzò con l’oro di Pechino uno spot costruito sui valori della natura), che, pur dichiarandosi dispiaciuto dal punto di vista umano, ha sottolineato, attraverso un freddo comunicato, come tutti i contratti stipulati nel settore delle sponsorship prevedono una “clausola di risoluzione per comportamenti non etici ed antisportivi”. Un addio elegante, che prelude a uno tsunami-legale a partire dalle prossime settimane. Negli ambienti dell’atletica si parla di una dichiarazione televisiva in esclusiva rilasciata nelle prossime ore alla Rai, ma questo non rallenterà l’emorragia degli sponsor, delusi e sbalorditi dal comportamento poco etico dell’azzurro.

“C’è molta delusione e stupore”, ha dichiarato a ItaliaOggi, Francesco Montalvo direttore marketing Despar Nord-est. “Ci eravamo legati a Schwazer da appena sei mesi. Rappresentava i valori di un territorio e il nostro legame con l’Alto Adige. Da subito, dopo la notizia dell’esclusione dai Giochi, siamo stati obbligati ad eliminare l’immagine dell’azzurro da tutta la comunicazione, sia sui diversi mezzi pubblicitari, sia all’interno dei 100 punti vendita Despar. Puntare sul mondo dello sport è oggi una scommessa e ci sono sempre dei rischi. Ci servirà da insegnamento, ma crediamo che lo sport vinca su tutto, anche su questi casi eccezionali”.

Per Oakley, partner tecnico di Schwazer, la notizia dell’esclusione dai Giochi è arrivata durante un aggiornamento tv di SkyTg24. “Abbiamo appreso della notizia di Schwazer dalla tv, in diretta praticamente”, ha spiegato Giovanni Balestra, responsabile sports-marketing di Oakley Italia. “Ai Giochi abbiamo più di 700 atleti e l’azzurro era uno dei nostri potenziali medagliati. E’ la prima volta in 15 anni che ci troviamo ad affrontare una situazione del genere, sicuramente imbarazzante anche perchè non prevedibile. Lavoriamo da anni nel ciclismo, dove ci sono stati nel tempo diversi casi di doping, ma continueremo a investire sul settore delle due ruote, come nell’atletica e thriatlon, perchè crediamo nel rispetto delle regole da parte della stragrande maggioranza degli atleti. Il rischio chiaramente esiste, ma dobbiamo continuare a investire su chi segue le regole e non risponde alle “sirene” del doping. E’ l’unica via praticabile”.

Un comportamento, tra l’altro, che il Coni ha chiesto a tutti i suoi 290 atleti presenti a Londra prima di partire per le gare ufficiali. Tutti gli olimpionici, incluso Schwazer, infatti hanno aderito al giuramento olimpico promettendo di non compiere atti anti-sportivi o in contrasto con l’etica. Un elemento che peggiora il profilo morale di Schwazer, capace non solo di violare le regole, ma di giurare anche il falso. Anche perchè se la WADA, organo internazionale di controllo sul doping, non avesse fermato l’atleta italiano, quest’ultimo, frodando, avrebbe potuto conquistare una nuova medaglia a cinque cerchi. Una riflessione che dovrebbe portare gli addetti ai lavori (sponsor, agenzie di gestione di diritti di sportivi, media) a studiare nuove forme di controllo sui propri testimonial, perchè è chiaro che dietro l’eroe sportivo può nascondersi talvolta la faccia “oscura” del doping. 
fonte: www.italiaoggi.it

Caso Schwazer: gli sponsor lo lasciano a terra – di Marcel Vulpis (fonte: ITALIAOGGI) – Dalla gloria olimpica alla vergogna della polvere. E’ il triste epilogo della carriera sportiva di Alex Schwazer, oro a Pechino nei 50 km marcia, una delle gare più massacranti dei Giochi. La conferma dell’uso di sostanze dopanti (si parla di EPO, ma sarà necessario attendere le controanalisi) ha obbligato il Comitato olimpico italiano a escluderlo dai Giochi, perchè contro il doping non ci può essere compromesso, ma gli effetti più devastanti per Schwazer saranno, soprattutto, sul terreno del marketing e dei diritti di immagine, praticamente azzerati.

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Marcel Vulpis

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