Cento anni di storia del Torino Calcio finiscono all’asta. Per il giudice, e per il suo perito, l’offerta di partenza dovrà essere di un milione 410 mila euro. L´acquirente sarà, ovviamente e molto probabilmente, il presidente Urbano Cairo pronto a “riprendersi” i beni del patrimonio attivo ereditato da Franco Cimminelli con la sua gestione.

Si attesta intanto a 53 milioni di euro l´ammontare calcolato dai giudici dei debiti dell´ex patron. Il giudice fallimentare Maria Luisa Fabbro ha chiuso così lo stato passivo del fallimento dell’ex società granata: 33 milioni di euro andranno ai creditori privilegiati, il resto ai chirografari. E ora, per recuperare più denaro possibile, ha emesso un’ordinanza in cui ha disposto la vendita di tutti gli attivi della società. Si tratta in primo luogo dei beni immateriali (denominazioni, ditta, marchi registrati, colori della divisa sociale di gioco, diritti di utilizzazione economica delle opere fotografiche, fotografie e riprese cinematografiche aventi per oggetto l´attività del Torino Calcio nei limiti di titolarità). Quindi i beni materiali, i più preziosi, che hanno segnato la storia calcistica granata; dai trofei, coppe, targhe, gagliardetti, raffigurazioni di stemma sociale, quadri contenenti fotografie e stampe, videoteca.

Gli offerenti dovranno depositare entro le ore 10.00 del giorno 12 luglio 2006, presso la cancelleria Fallimenti del tribunale, un’offerta in busta chiusa priva di contrassegni atti ad identificare l´offerente.

La base dell´asta è fissata appunto in 1.410.000 euro e l´offerta dovrà essere corredata da un assegno circolare non trasferibile intestato a “fallimento di Torino Calcio spa”, per un importo pari al 10 per cento del prezzo proposto, a titolo di cauzione, il 50 per cento entro il 31 luglio, e il resto entro il 31 ottobre. Il giorno dell’asta sarà  il 12 luglio alle ore 13; solo dopo si concoscerà il nome del nuovo proprietario della storia del Torino.

Foto: Urbano Cairo