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Business – Il Sei Nazioni: un colosso del rugby anche fuori dal campo.

(di Valerio Vulpis) – Il Six Nations non è solo il torneo di rugby più antico e prestigioso d’Europa, ma anche una macchina economica sempre più ricca e performante. Dietro ai placcaggi e alle mete, si muove un business multimilionario che coinvolge sponsor globali, diritti televisivi in espansione, merchandising in crescita e biglietterie da record (in occasione dei match ufficiali in giro per il Vecchio Continente).

Negli ultimi anni il Sei Nazioni ha attratto l’interesse di sponsor internazionali, confermando la sua capacità di parlare a un pubblico ampio e trasversale. La birra Guinness è attualmente title sponsor del torneo maschile, mentre TikTok ricopre lo stesso ruolo per il torneo femminile, a testimonianza della crescente attenzione verso l’inclusività e il pubblico giovane. Oltre ai title partner, il torneo vanta una serie di partner commerciali di primo piano, tra cui Macron (partner tecnico), Bremont e Breitling, che sfruttano la visibilità globale della competizione per rafforzare la propria immagine su scala internazionale.

Diritti tv: l’oro della visibilità globale

Il valore dei diritti televisivi del Sei Nazioni è cresciuto costantemente. Il torneo è trasmesso in diretta in oltre 150 paesi, con audience potenziali nell’ordine dei centinaia di milioni. I principali broadcaster coinvolti includono BBC e ITV nel Regno Unito, France Télévisions in Francia, RTÉ in Irlanda e Sky Sport in Italia. Nel 2021, i sei Paesi hanno costituito “Six Nations Rugby Ltd”, vendendo una quota del 14,3% al fondo CVC Capital Partners per circa 365 milioni di sterline. Questa mossa ha permesso di centralizzare la gestione commerciale, con l’obiettivo di massimizzare i ricavi e garantire un futuro sostenibile.

Merchandising: tra passione e profitto

La vendita di merchandising ufficiale rappresenta una fetta importante del fatturato per le federazioni coinvolte. Maglie da gioco, sciarpe, gadget e memorabilia generano milioni di euro ogni anno. Il design rinnovato e le collaborazioni con brand di moda sportiva contribuiscono a rendere i prodotti di forte interesse anche fuori dai giorni di partita, trasformando il logo del Sei Nazioni in un vero e proprio marchio lifestyle.

Ticketing: stadi pieni e prezzi in ascesa

Il Sei Nazioni gode di un pubblico fedele e appassionato, con la maggior parte degli stadi che registrano il tutto esaurito già mesi prima del fischio d’inizio. Twickenham, Stade de France e l’Aviva Stadium sono solo alcuni dei templi del rugby europeo dove il biglietto è merce rara. I prezzi variano ampiamente a seconda della nazione e dell’importanza del match, con tagliandi di ingresso che possono superare i 150 euro per le sfide di cartello. Il giro d’affari della biglietteria si aggira attorno ai 100 milioni di euro complessivi per ogni edizione del torneo.

Con l’inserimento del torneo femminile in una finestra stagionale autonoma e l’apertura verso nuovi mercati e canali digitali, il Sei Nazioni sembra destinato a espandersi ancora, mantenendo salda la tradizione ma abbracciando l’innovazione. Il rugby resta uno sport con valori forti e identità radicata, ma dietro la mischia si gioca una partita economica sempre più globale.

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Valerio Vulpis

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