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Beccalossi e la crociata inutile contro la sponsorizzazione della Nazionale di calcio

(di Marcel Vulpis) – A volte ritornano. Ne sentivamo la mancanza, dopo settimane di silenzio. Spesso, però, la cenere sotto la brace, attraverso una scintilla, riaccende  l’intero fuoco. E così quando ieri ho letto le dichiarazioni dell’assessore al territorio della regione Lombardia, Viviana Beccalossi, sul tema del gioco d’azzardo mi sono detto: “Ci risiamo, inizia nuovamente l’attacco fine a se stesso”.

foto tratta dal web – L’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi (S) interviene nel corso della seconda tappa degli Stati generali dell’Ambiente, Brescia, 20 Novembre 2013. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ LOMBARDIA NOTIZIE
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La richiesta della Beccalossi (ai due candidati per la presidenza della FIGC) di schierarsi contro il gioco d’azzardo le ha fatto sicuramente guadagnare mentions sui social e qualche pagina locale della stampa, ma, ancora una volta, non ha senso.
Cosa vuol dire infatti chiedere a Carlo Tavecchio (presidente uscente FIGC) e ad Andrea Abodi (avversario per la corsa alla presidenza della Federcalcio) di rinunciare alla sponsorizzazione di Intralot a sostegno delle nazionali di calcio azzurre? Sarebbe un autogol doppio.
Ricordiamo all’assessore lombardo che la sponsorizzazione di Intralot (marchio internazionale del gaming/betting) è assolutamente legale (avvenuta attraverso la consulenza marketing del gruppo Infront advisor della Federcalcio in ambito marketing e sponsorizzativo) e conforme alla normativa vigente in Italia sul tema sia della promozione e raccolta di gioco, sia delle sponsorizzazioni in ambito sportivo. Intralot non è un marchio “illegale”, anzi. E’ autorizzato da AAMS e paga regolarmente le tasse per l’attività che svolge sul territorio nazionale. Non si capisce pertanto, perché dovrebbe rinunciare (essendo una azienda che rispetta tutte le leggi vigenti) ad una opportunità pubblicitaria a supporto di uno dei marchi sportivi più importanti, come appunto la nazionale azzurra.

Il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio.

Se la Beccalossi, in queste sue dichiarazioni da “passionaria” della politica (in una crociata inutile oltre che sterile contro il gaming “legale”), vuole veramente incidere deve girare lo sguardo su un altro fronte: ovvero quello della illegalità. Quello è il terreno dove i politici locali e nazionali dovrebbero investire le proprie forze, oltre che le dichiarazioni pubbliche. Il nemico non è il gioco legale, ma tutto quello che avviene sul terreno dell’illegalità. L’assessore lombardo ha sbagliato fronte e bandiera.
Analizzando poi la questione in modo più pragmatico difficilmente Tavecchio rinuncerà ad un marchio importante come Intralot, sia per il prestigio internazionale dell’abbinamento in esame, sia perché l’importo versato viene utilizzato per progetti di sostegno allo sviluppo del calcio giovanile, così come il CONI (casa dello sport italiano) altrettanto correttamente fa con il Gioco del Lotto (Lottomatica) su specifici progetti di sport più in generale.

Andrea Abodi, presidente Lega B

Stesso discorso per Abodi se dovesse diventare presidente FIGC. Oltre a ciò negli anni passati prima Bwin (con la serie B che diventò serie Bwin giocando proprio sul nome) e poi Eurobet hanno sponsorizzato, anche in questo caso seguendo tutte le normative vigenti, la seconda divisione del calcio tricolore.
Speriamo che prima o poi questa telenovela, che a volte ritorna, finisca e si inizi piuttosto a cercare di comprendere in modo più approfondito come si muovono le aziende legali del betting/gaming, considerandole dei soggetti partner e non “nemici”, proprio sulla battaglia corretta, questa sì, della legalità in tutti gli ambiti. 

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Marcel Vulpis

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