Serie B

Abodi (Lega serie B): Legge Stadi – Equilibrio economico e ambientale non incompatibile

D: Qual è la posizione della Lega serie B rispetto al tema dell’approvazione della legge stadi, di cui si parla da fin troppo tempo nel nostro paese?
R: La posizione della Lega serie B sul tema della “legge stadi” è che abbiamo bisogno non di una legge qualunque, ma di uno strumento che ci consenta di accorciare le distanze con il resto d’Europa. Distanze economiche così come infrastrutturali. Troppo spesso ci ritroviamo tra addetti ai lavori per certificare queste distanze, come, per esempio, la mancanza di presenze negli stadi.  
Non ci chiediamo, però, perché le persone non entrano più nei nostri impianti. Nella realtà ci presentiamo con stadi vecchi, datati, scomodi e difficilmente accessibili, oltre che con pochi servizi. Non è l’unica ragione, ma sicuramente quella principale. Da questo punto di vista bisogna trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo e la necessità di salvaguardare il suolo e il territorio. Se uno di questi aspetti prevale sull’altro il processo non va avanti; queste distanze permangono e continueremo, purtroppo, anche nei prossimi mesi a certificarle.
D: Come si pone rispetto alla cosiddetta “clausola residenziale” inserita nel disegno di legge del deputato Dario Nardella (PD)?
R: Non bisogna escludere nulla. Bisogna semmai prevedere tutto sulla base di ciò che il progetto ha bisogno, nella piena compatibilità finanziaria e  ambientale. I due elementi non credono che debbano entrare per forza in contrasto. Credo, piuttosto, che queste divergenze nascano più da una posizione ideologica che politica. 
Questo è un paese, dove ci raccontano sempre le ragioni per cui un’iniziativa non può’ essere realizzata, mentre non ci spiegano mai come farle succedere. In Italia, abbiamo necessità di “soluzioni”, per realizzare i progetti di nuovi impianti o di stadi da riqualificare.
C’è bisogno sicuramente di una legge che dia certezza all’iter amministrativo e ci consenta di capire (facendo un’attenta analisi del contesto) come generare la leva finanziaria privata, per fare in modo che questi impianti nascano e, soprattutto, si mantengano nel tempo. Devono essere impianti a misura, anche perché non abbiamo bisogno di mega impianti. Piuttosto, devono rispondere alle esigenze del territori, sia per quanto riguarda la capienza, che per i servizi offerti alla città. Da questo punto di vista porre vincoli e limiti eccessivi, che già esistono a norma di legge, è un modo per non far decollare il progetto nel suo complesso. 

Uno stralcio dell’intervista video, che sarà visibile nelle prossime ore sul canale Youtube di Sporteconomy al presidente Andrea Abodi, presente questa sera a Tula (comune russo a 200 km da Mosca) per assistere al match “B Italia-FNL Russia”. Il tema è quello dell’approvazione della “legge sugli stadi” (e più in generale sull’impiantistica sportiva), da troppo tempo “ostaggio” della politica italiana, che non riesce a trovare un punto di incontro tra posizioni talvolta divergenti. 

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Marcel Vulpis

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