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Vela: Luna Rossa simbolo del “made in Italy” nel golfo di Hauraki

L’Italia torna a sognare e a tifare grazie alle imprese di Luna Rossa, l’imbarcazione del patron Patrizio Bertelli, capace di superare, con un secco 7-1, i più accreditati britannici di Ineos nella finale della Prada Cup 2021, ideale prologo dell’America’s Cup (giunta al traguardo della 36ima edizione). Ad attendere ad Auckland (nel golfo di Hauraki) l’equipaggio tricolore vi sarà, ancora una volta, Team New Zealand, padrone di casa e detentore del prestigioso trofeo velico.

Luna Rossa, forte di un budget non inferiore ai 65 milioni di euro, si è affidata al binomio Prada (di cui lo stesso Bertelli è fondatore e amministratore delegato)-Pirelli. Subito dietro troviamo The Woolmark Company (partner tecnico dell’abbigliamento) e gli orologi Panerai (sponsor ufficiale). Cantine Ferrari Trento (sparkling partner), l’agenzia di pubblicità M&Saatchi (creative partner) e One Ocean (sustainability partner) costituiscono il livello intermedio dei sodalizi commerciali, prima di arrivare al format degli “official partner”: 16 aziende, tra cui Microsoft, Dainese, Parmigiano Reggiano, Mitsubishi Electric, Garmin, Technogym e Altair.

I finalisti della Prada Cup, i britannici di Ineos Team UK, avevano a disposizione il budget più ricco di questa edizione: 125 milioni di euro. Accanto al title Ineos (colosso mondiale della chimica) 4 co-partner (AMG Petronas Formula One Team, Belstaff, Grenadier e Ineos Hygienics). A questi si aggiungono gli 9 official partner e u 15 official supplier. In totale 29 aziende a supporto del progetto britannico, che proseguirà la sfida anche nella prossima America’s Cup (l’edizione n.37). Il sindacato velico di proprietà del magnate Jim Ratcliffe proverà a riportare, in Inghilterra la coppa delle “cento ghinee” (tanto costò realizzarla nel lontano 1851).

Il successo del team italiano è ancora più significativo se si considera il valore dei budget degli avversari, affrontati in semifinale (American Magic) e finale (Ineos). Nel primo caso, ad esempio, gli americani potevano disporre di oltre 115 milioni. L’imbarcazione del New York Yacht Club era sponsorizzata da Airbus e dal colosso TSI (con sede a Minnesota), con interessi economici in India, Cina, Singapore, Regno Unito e Germania. Nel secondo livello commerciale 4 top partner: Quantum Sails, Helly Hansen, Parker e Bmw. Oltre a ciò 47 fornitori ufficiali, tra cui Garmin (dispositivi di navigazione), Heineken (birra), Bollinger (champagne), Rudy Project (caschi e occhiali) e Pellini (caffè).

Sotto il profilo tecnico le imbarcazioni del “Circolo della Vela Sicilia” (situato a Mondello) sono il risultato dell’impegno di diverse realtà tricolori. Lo scafo, ad esempio, è stato realizzato all’interno dei cantieri Persico Marine (a Nembro in provincia di Bergamo); i timoni grazie alla collaborazione tecnica sempre di Persico Marine e della Eligio Re Fraschini (altra realtà lombarda con quartier generale a Legnano). I foil, speciali lamine hi-tech, che consentono all’AC75 italiano di volare sull’acqua a 50 nodi, sono stati forniti dalla bresciana Angelo Glisoni. I corpetti dell’equipaggio infine sono forniti dal marchio Dainese (realtà mondiale operante nel vicentino).

Solo i caschi (Oakley/USA), i dispositivi di navigazione (Garmin/USA), l’albero (Southern Spars/Nuova Zelanda), le vele (North Sails/USA) e l’attrezzatura (Harken/USA) sono collegati a realtà di matrice straniera (in molti casi con interessi in Italia, come per Harken e North Sails.

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Redazione

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