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UEFA: Il Fair play finanziario ha fatto bene ai conti dei club di calcio

Con l’introduzione del Fair Play Finanziario (nella foto in primo piano – un momento del premio 2015 del premio FPF Sporteconomy) c’è stato un aumento dei profitti operativi totali pari a 1,5 miliardi di euro e le perdite totali sono scese dell’81%. Questo è quanto emerge dall’analisi della Uefa nell’ottava relazione comparativa sulle licenze per club, che palesa l’importanza del FPF nella crescita del calcio in Europa.

L’analisi della Uefa conferma il grande impatto del FPF nel mondo del calcio, avendo dato una maggiore stabilità e sostenibilità economica ai club, ma anche una maggiore crescita nei profitti, soprattutto delle big dei maggiori campionati europei, creando un divario impensabile tra i top club e le altre squadre del continente, come denunciato nei giorni scorsi dal presidente Aleksander Ceferin.

Infatti, Manchester City (UK), Manchester United (UK), Liverpool (UK), Chelsea (UK), Arsenal (UK), Real Madrid (SPA), Barcellona (SPA), Bayern Monaco (GER) e Paris Saint-Germain (FRA) hanno avuto un incremento maggiormente redditizio, grazie alla crescita del merchandising e del marketing, arrivando, e talvolta superando, quota 100 milioni di sterline annui. Invece, gli altri club europei hanno avuto un aumento medio al di sotto del milione di sterline.

D’altronde, la relazione sul FPF ha evidenziato il raddoppio dei profitti operativi totali, attualmente a 1,5 miliardi di euro, rispetto ai precedenti 700 milioni di euro nei due anni precedenti all’introduzione delle nuove regole da parte della Uefa.

Le perdite sono scese in maniera esponenziale, ben dell’81%, passando da 1,7 miliardi di euro nel 2011 a poco più di 300 milioni nel 2015, così come l’indebitamento netto in percentuale sui ricavi, dal 65% al 40% attuali.

Altro dato interessante è quello relativo alle entrate totali, che sono aumentate costantemente negli ultimi 20 anni, raggiungendo i quasi 17 miliardi attuali, ovviamente tenendo conto solo delle squadre dei massimi campionati europei.

Ma il primo grande obiettivo del FPF era quello di ridurre il numero delle squadre europee in perdita e la Uefa è riuscita nel suo intendo, visto che nel 2015 sono state solo quattro rispetto agli undici del 2011, che hanno chiuso il proprio bilancio annuale con perdite superiori ai 45 milioni di euro.

Questo ha permesso un maggior numero di nuovi stadi costruiti, ben 58 nel triennio 2014-2017, rispetto ai 23 del triennio precedente, e l’aumento delle sponsorizzazioni e degli utili commerciali delle prime 15 squadre europee, attestatesi a quota 1,51 miliardi di euro, un surplus del 148%, rispetto ai 453 milioni delle altre 700 squadre di massima divisione, che hanno registrato un miglioramento del solo 17%.

Inoltre, le limitazioni del FPF hanno obbligato i club d’Europa a ridurre il numero dei giocatori acquistati con la formula del prestito, tutelando così i tornei e prevenendo l’accumulo eccessivo dei giocatori in rosa, ma la Premier League resta il campionato con più stranieri, addirittura il 70%.

Allo stesso tempo sono aumentati gli spettatori, attestandosi agli attuali circa 170 milioni, di cui 55 milioni solo in Inghilterra e Germania. Infine, nei maggiori campionati europei 44 squadre sono state acquistate da investitori stranieri, che arrivano da 18 nazioni diverse. (ha collaborato Benito Letizia)

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