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Sponsor a caccia di visibilità e spazi sulle maglie

A sei giornate dal termine del campionato, l’attenzione delle squadre si concentra sugli scenari della prossima stagione. Sarà presumibilmente la più difficile sotto il profilo commerciale, ma anche la più interessante (in termini di esperimenti), perché porterà molti club ad esplorare nuovi format e spazi espositivi, pur di non perdere rapporti con gli sponsor. Meglio ancora, ragionando sempre in chiave positiva, l’obiettivo primario sarà intercettare nuovi investitori interessati al prodotto calcio.

Il Milan, per la prima volta nella sua storia marketing, sta sperimentando la terza fila di led bordocampo a San Siro, per capirne soprattutto l’impatto e la resa televisiva.

Il Bologna calcio e il Genoa stanno investendo sulla pubblicità virtuale, a partire dai marchi impressi all’interno dello stadio, come all’interno del cerchio di centrocampo (il primo con Beretta salumi, il secondo con Leaseplan). Altri sponsor hanno acquistato la presenza visiva sui cartelloni pubblicitari, ma solo in occasione degli “extra time”, al termine dei canonici 90 minuti. E’ una scommessa, perché il tempo viene deciso solo dall’arbitro, ma in caso di goal si ottiene una visibilità superiore a molte altre realtà, che, invece, hanno acquistato spazi puntando su formule più standard.

La crisi economica già all’orizzonte (entro la fine dell’anno si prevede un -11,2% del Prodotto interno lordo nazionale) influenzerà le strategie future dei club professionistici. Se un tempo era un vanto potersi presentare, sul rettangolo di gioco, con la maglia “pulita”, nella prossima stagione è previsto l’aumento degli spazi sponsorizzativi sulla divisa. Non saranno stilisticamente perfette, ma certamente questa vendita forzata dei format servirà a produrre ricavi per le casse sempre più vuote delle società.

Per questa ragione l’attenzione di molte società si dirigerà verso l’Asia e il mercato delle “regional partnership”. In quest’area geografica, ad esempio, non esistono i divieti o i vincoli imposti al betting dal Decreto Dignità, ma soprattutto è possibile replicare, all’infinito, all’interno di determinate zone o di specifici paesi, i format e le categorie commerciali presenti su scala nazionale.

Questo settore è un target primario per tutta la Serie A, in attesa che venga aperto a New York il primo ufficio della Lega per spingere l’internazionalizzazione del prodotto calcio tricolore.

Centimetri in cambio di contratti milionari

 Le opportunità a disposizione delle aziende sono diverse, con spazi complessivi che raggiungono i 650 cmq nel caso della Serie A745 in Serie B o 950 in Serie C (Lega Pro). Nella massima serie, oltre al popolare main sponsor, è possibile selezionare il second partner, lo sleeve(sponsor di manica) e il back (o sponsor retro maglia).

La prima divisione è quella che presenta le superfici più interessanti per i potenziali investitori. Sul fronte maglia infatti le società possono muoversi liberamente fino a 350 cmq. Visibilità in centimetri assegnati o ad un solo partner commerciale o massimo a due (abitualmente 250 per il main e 100 per il second sponsor). Il back assorbe invece 200 cmq. Per lo sleeve, infine, la superficie espositiva totale è di 100.

Lega B: marchi anche sui calzettoni

 In Serie B alcuni club, dopo una prima esperienza di sponsorship degli shorts (sui pantaloncini gara si arriva a superfici espositive pari a 75 cmq), stanno testando la nuova posizione commerciale visibile sui calzettoni (140 cmq). Nella stagione in corso è successo con il Pescara calcio (prima società a sperimentare questa opportunità), per proseguire con il Chievo Verona, il Trapani, il Perugia, il Pisa, il Venezia e infine con la Salernitana di Marco Mezzaroma.

Sulle jersey delle seconda divisione, lo spazio fronte maglia complessivo è di 250 cmq (normalmente il main occupa 200 cmq e il second sponsor i restanti 50). Per lo sleeve invece non si possono superare gli 80 cmq. Il back sponsor infine si sviluppa su 200 cmq (per un totale di 745).

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