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Parigi: assalto alla libertà, alla democrazia. Nous sommes Charlie

“Cedere alla paura significa fare un favore ai terroristi…Già parlare di paura li rende più forti”. A pronunciare queste parole Stephane Charbonnier, fino a questa mattina direttore dell’Hebdo, prima di essere freddato dai due terroristi islamici (i servizi segreti transalpini parlano di una cellula composta da tre franco-algerini, presumibilmente legati da relazione parentale e tutti nati a Parigi, addestrati in un campo siriano o yemenita da Al Qaida). L’attentato di stamattina è un atto di guerra vero e proprio nel cuore dell’Europa. Le vignette di Charlie Hebdo (l’ultima sferzante proprio sul Califfo dell’ISIS, Al Baghdadi – nella foto – pubblicata poche ore prima della strage) avevano fatto infuriare gli islamici. 

Charbonnier e gli altri vignettisti (rei nel Terzo Millennio di aver fatto satira rappresentando in grafica l’immagine del dio islamico) sono stati individuati, prelevati e giustiziati come degli animali (sorte toccata anche al povero gendarme rimasto ferito a terra). Essere liberi, indipendenti e perché no anche insolenti per Al Qaida, l’ISIS o tutte le cellule terroristiche di matrice araba, è una colpa e chi sgarra come nel caso dei poveri colleghi di “Charlie” dovevano pagare, perché nel mondo islamico doveva arrivare la eco della punizione.  Il presidente della Repubblica di Francia, François Hollande ha mostrato immediatamente di voler dare una pronta risposta a questo attacco (chiamando tutti i partiti a serrare i ranghi) e, proprio in queste ore, le forze speciali (le teste di cuoio) sono pronte ad intervenire per assicurare alla giustizia i tre terroristi a poche ore di distanza dall’attentato. Una risposta dura che dimostra come lo stato francese sappia rispondere, con veemenza, a chi attenta ad uno dei pilastri della Repubblica: ovvero la libertà nella sua accezione più pura. Nessuno può pensare infatti di farla franca dopo un attentato orrendo come questo e le forze transalpine hanno voluto dare un segnale altrettanto forte al terrorismo islamico. 

Ecco perché commossi sinceramente da questo attacco alla stampa francese (un giornalismo mai prono, a partire proprio da un giornale satirico come “Charlie Hebdo”) abbiamo deciso di scrivere questo editoriale. Perché anche nous de Sporteconomy sommes “Charlie” e Charbonnier è un eroe moderno dei nostri tempi, che, con la penna, ha fatto più male di un soldato con un mitra in guerra. Per questo era temuto insieme al suo giornale e per questo è morto da eroe.  

Questa è la forza del giornalismo, quando è vero, libero e indipendente. Ed oggi abbiamo ricevuto una bellissima lezione di democrazia e di tutela della libertà di stampa, da parte di  un paese, la Francia, che è un vero e proprio modello per tutti in Europa.  

In sintesi, la punta di un kalashnikov opposta a quella solo pungente di una penna. E’ questa la differenza, la linea di demarcazione silenziosa, tra il terrorismo e la civiltà. 

Oggi alle 11.30 a Parigi è stata attentata  la libertà di espressione e di stampa,  oltre che la democrazia nel senso più puro del termine. La redazione del giornale satirico “Charlie Hebdo” è stata oggetto di un attentato da parte di un commando terroristico (12 i morti e 8 i feriti). Questa la fredda cronaca di quanto avvenuto nella mattinata odierna nel tranquillo cuore della metropoli d’oltralpe. 

Quando si parla di Francia il primo termine che ci viene in mente è “libertà” con la “elle” maiuscola. 

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Marcel Vulpis

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