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Lo sport come industria. Priorità agli impianti. Emerge dalla tavola rotonda di Comin & Partners/Dowell

Lo sport è una vera e propria industria. Si discute ancora troppo poco di sport nella sua dimensione extra agonistica, vale a dire del suo impatto economico e occupazione. Per non parlare di tutti quei benefici indiretti collegati al settore. Un passo in avanti è stato fatto all’interno di una tavola rotonda organizzata a Roma da Comin & Partners e Dowell con la partecipazione di importanti top player del settore.

I dati parlano chiaro. Secondo l’Osservatorio sul sistema sportivo di Banca Ifis, il settore vale più di 100 miliardi di euro. Con 67.000 società sportive, 9.500 società di gestione di impianti, 10.000 imprese produttrici e 50 tra società editoriali e di scommesse, lo sport in Italia da lavoro a più di 400.000 persone.

In questo contesto il calcio gioca senza dubbio un ruolo di peso. Siamo di fronte ad uno dei maggiori settori industriali, che oltretutto concorre al gettito fiscale per oltre il 70%. Ma è davvero organizzato per essere industria? A detta di Lorenzo Casini, Presidente della Lega Serie A, intervenuto al tavolo di lavoro, c’è ancora molto da fare.

Il nodo cruciale resta l’impiantistica. “Le fabbriche del calcio sono gli stadi e i centri sportivi. La situazione è disastrosa, i problemi sono anche di natura giuridica e amministrativa. La competenza è del comune ma gli interessi pubblici dietro ad uno stadio sono talmente articolati che non è possibile per il comune stesso gestirli”. Per cui palla al Governo che tuttavia ogni 14 mesi cambia, senza poter dunque attuare una strategia di lungo periodo. A detta di Casini c’è però una eccezione. “Il Viola park della Fiorentina ha visto in soli 30 mesi la realizzazione di un centro sportivo che lo stesso Ceferin ha definito di alto livello europeo”.

Il tema dell’impiantistica non riguarda tuttavia solo il calcio. La situazione dei palazzetti non è certo migliore. Lo ha ben sottolineato Umberto Gandini, Presidente della Lega Basket di Serie A. “La pallacanestro di vertice sta funzionando bene, ma per chi come noi non vive di diritti televisivi è fondamentale che la cornice nella quale operiamo, vale a dire gli impianti, siano messi in condizione di permettere ricavi addizionali”. Oggi questo non esiste soprattutto per uno sport, come il basket, il cui spettacolo dal vivo restituisce emozioni ancora più forti. “Gli impianti dove gioca il basket di serie A sono pochi e piccoli, con standard insufficienti per valorizzare il prodotto. Siamo lontani dall’esperienza dell’NBA, dove il palazzetto è una esperienza che si vive a trecentosessanta gradi, oltre lo spettacolo in sé”.

E il Governo prende a cuore questa situazione? Sul punto è intervenuto Massimo Righi, Presidente della Lega Pallavolo Serie A. “Sport come i nostri sono un antidoto sociale straordinario, noi richiamiamo i valori della famiglia, dello stare insieme, della non violenza. Siamo una industria dell’intrattenimento come il teatro, il cinema, la musica. Tuttavia, questa funzione non ci viene riconosciuta.  La politica ha fatto tanto ad esempio con la riforma del lavoratore sportivo ma il coraggio è mancato”. Dove? “Nelle misure di sostegno allo sport. Al Ministro Abodi non chiediamo contributi a fondo perduto ma misure strutturali che consentano a chi come noi vive di sponsorizzazioni e incassi da botteghino di stare in piedi, potendo così assolvere appunto alla nostra funzione sociale. E il credito di imposta per chi investe nello sport va esattamente in questa direzione”. Non contributi a pioggia, dunque, lo sport come appunto industria chiede un intervento politico strategico, che tenga conto delle istanze di tutti e che metta mano, per una volta su tutte, sulle infrastrutture.

Al dibattito avvenuto nei giorni scorsi a Roma sono inoltre intervenuti Daria Braga, Direttore della Fondazione Laureus Italia, Francesca Buttara, Founder Dowell, Carmelo Carbotti, Responsabile Strategic Marketing and Research di Banca Ifis, Gianluca Comin, Presidente della Comin & Partners, Marco Perissa, Segretario della VII Commissione della Camera dei Deputati, Beniamino Quintieri, Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Gherardo Tecchi, Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia.

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Redazione

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