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L’AS Roma usa il pugno di ferro contro il razzismo: Daspo a vita ad un tifoso

(di Lorenzo Vulpis) – Il fenomeno del razzismo negli stadi italiani è purtroppo sempre attuale e l’ultimo episodio di Atalanta–Fiorentina, con gli insulti al calciatore viola Dalbert da parte dei tifosi atalantini, continua ad esserne una triste dimostrazione.

Se in Paesi come il Regno Unito gli insulti razzisti da parte dei tifosi vengono sanzionati duramente con pene esclusive e personali da parte dei club, in Italia siamo ancora indietro sotto questo punto di vista.

In parallelo agli insulti razzisti negli stadi c’è poi il mondo dei social network, dove il fenomeno è ancora più diffuso e senza alcun controllo. Lo scorso agosto è stato introdotto per la prima volta nel nostro Paese il “daspo digitale”, uno strumento con cui le società calcistiche possono monitorare il comportamento dei propri tifosi sui social e prendere provvedimenti nei loro confronti qualora si macchiassero di azioni razziste o ingiuriose.

Una delle prime società a usufruire del daspo digitale è stata l’AS Roma, che, nei giorni scorsi, ha bandito a vita dalle partite dei giallorossi un tifoso reo di aver insultato pesantemente e con toni razzisti su Instagram il difensore centrale Juan Jesus. Lo stesso utente è stato poi segnalato alle autorità competenti.

Il club di Trigoria ha in seguito sollecitato la Lega su Twitter, esortando i vertici del calcio italiano a essere più presenti sul tema del razzismo, con tolleranza zero nei confronti dei tifosi che si rendono protagonisti di azioni discriminatorie.

Da quel tweet è nato un botta e risposta tra le due parti, con la Lega che ha polemicamente ricordato all’As Roma di aver promosso un’iniziativa che prevede la formazione di una squadra di ambassadors contro il razzismo e di attendere, già da tre settimane, il nome del calciatore che rappresenterà la società giallorossa.

La querelle che si è venuta a creare a seguito del daspo ha inevitabilmente attirato l’attenzione, sia dei media italiani, che delle principali forze politiche, come ad esempio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha commentato l’episodio su Twitter: “Chi ha insultato ieri JuanJesus non ha alcuna passione per lo sport: che stia fuori a vita dagli stadi sportivi!”

Anche il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, si è espresso in merito all’episodio, complimentandosi con il club capitolino e incoraggiando maggiori interventi di questo tipo: “Mi congratulo con la Roma per la decisa azione di contrasto alla discriminazione messa in atto di concerto con le forze di Polizia. Attività di questo tipo ci dimostrano come il calcio sia in grado di dare risposte concrete e di grande eticità nell’affrontare problematiche che interessano l’intera società civile. Siamo sulla strada giusta per allontanare i razzisti e i violenti dal nostro mondo”.

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Lorenzo Vulpis

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