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KPMG ANALIZZA I NUMERI DEL MERCATO ESTIVO 2019, TRA RECORD E CURIOSITÀ

(di Marco Casalone) – Come sempre accade al termine di ogni finestra di mercato, KPMG Football Benchmark (la divisione dell’azienda market leader nel settore della revisione contabile specializzata nell’analisi economica del mondo del calcio) ha esaminato i principali trasferimenti avvenuti nella sessione da poco terminata per quanto concerne i cinque campionati europei più importanti: Premier League inglese, Ligue 1 francese, Bundesliga tedesca, Serie A italiana e Liga spagnola
Complessivamente, i club di queste cinque leghe hanno investito la cifra record di oltre 5,5 miliardi di euro per l’acquisto di nuovi giocatori, circa 900 milioni in più rispetto al 2018: le società che hanno fatto registrare il maggior numero di spese sono quelle inglesi (per un totale di 1,5 miliardi di euro), seguite a breve distanza dalle spagnole (1,3 miliardi), dalle italiane (1,2 miliardi), mentre somme meno considerevoli sono state impegnate in Germania (742 milioni di euro) e Francia (690 milioni).
La Premier League è anche al primo posto per quanto riguarda la classifica dei trasferimenti più onerosi con ben 9 affari tra i primi venti, uno in più della Liga spagnola: dei restanti tre, due sono stati conclusi da squadre italiane (il passaggio del difensore centrale olandese Matthijs De Ligt dall’Ajax alla Juventus e quello del centravanti belga Romelu Lukaku dal Manchester United all’Inter) e solamente uno in Bundesliga (la firma per il Bayern Monaco del difensore centrale francese Lucas Hernández proveniente dall’Atletico Madrid).
Con oltre 300 milioni di euro spesi, è il Real Madrid la squadra ad aver investito di più in questo mercato estivo: le Merengues precedono il Barcellona (con 195 milioni di euro) e Manchester United (“fermo” a 142 milioni).
Sono stati tre i trasferimenti che hanno superato la soglia di 100 milioni di euro, tutti entrati nella top ten degli acquisti più costosi della storia del calcio: il più caro della sessione è quello del diciannovenne attaccante portoghese João Félix, prelevato dal Benfica dall’Atletico Madrid per 126 milioni di euro.
I Colchoneros sono stati protagonisti, loro malgrado, anche della seconda trattativa più costosa: il Barcellona ha infatti pagato la clausola rescissoria di 120 milioni di euro dell’attaccante francese campione del mondo Antoine Griezmann, un’azione che ha provocato diverse polemiche, non ancora del tutto sopite, tra le due società.
Infine, sul gradino più basso del podio, si posiziona l’ennesimo club spagnolo: il Real Madrid, che ad inizio mercato ha versato 100 milioni di euro nelle casse del Chelsea per portare alla Casa Blanca il fantasista belga Eden Hazard.
Nonostante i tre acquisti più onerosi riguardino giocatori dalle spiccate doti offensive, la finestra dell’estate 2019 ha visto un vertiginoso aumento del valore di mercato dei difensori, soprattutto centrali. Non è dunque un caso che che il Bayern Monaco abbia dovuto corrispondere l’intera clausola di rilascio (ammontante ad 80 milioni di euro) all’Atletico Madrid per assicurarsi il centrale transalpino Lucas Hernández e che la Juventus abbia speso una somma di poco inferiore (75 milioni) per strappare il giovane talento olandese De Ligt all’Ajax ed alla concorrenza di tutti i maggiori club europei.
Ma il vero record è stato quello raggiunto dal Manchester United, che ha acquistato Harry Maguire dal Leicester City per ben 87 milioni di euro, rendendo così il 26enne centrale inglese
il difensore più costoso della storia del calcio  (primato detenuto in precedenza dall’olandese Virgil van Dijk, pagato 85 milioni di euro dal Liverpool nel gennaio del 2018), il secondo ingaggio più oneroso nella storia dell’intera Premier League inglese (dietro solo al ritorno di Paul Pogba allo stesso Manchester United dalla Juventus, avvenuto nel 2016 per 105 milioni di euro) ed il secondo giocatore britannico più pagato di sempre (dopo il gallese Gareth Bale, ceduto dal Tottenham al Real Madrid nell’estate del 2013 per 101 milioni di euro).
Infine, è interessante notare come il mercato appena concluso abbia visto un forte incremento del numero di giocatori trasferitisi in prestito.
La maggior parte di questo tipo di accordi ha avuto come motivazione principale il consentire alle società di poter operare in conformità con i requisiti del fairplay finanziario della UEFA senza rinunciare ad acquisti che, a titolo definitivo e non temporaneo, sarebbero stati impossibili da concludere; un modus operandi utilizzato per la prima volta nell’estate del 2017, quando il Paris Saint-Germain prelevò dal Monaco la giovane stella Kylian Mbappé in prestito, in modo tale da suddividere il costo dell’operazione in due stagioni ed eludere una probabile sanzione da parte della UEFA.
Sotto questo profilo, le squadre più attive sono state il Bayern Monaco (con gli arrivi del brasiliano Philippe Coutinho dal Barcellona e del croato Ivan Perišic dall’Inter, rispettivamente per 9 e 5 milioni di euro), la Roma (che ha prelevato il centrocampista armeno Henrikh Mkhitaryan dall’Arsenal ed il difensore inglese Chris Smalling del Manchester United) e l’Inter, vera e propria “regina” del mercato dei prestiti viste le partenze verso la Lokomotiv Mosca del centrocampista portoghese João Mario e dell’ex capitano neroazzurro Mauro Icardi ai francesi del Paris Saint-Germain (oltre a quella del già citato Perišic) e gli arrivi del giovane centrocampista Nicolò Barella dal Cagliari e dell’ala offensiva cilena Alexis Sánchez dal Manchester United, tutte trattative portate a termine con questo tipo di formula.
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Redazione

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