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Israele pronta ad oscurare Al Jazeera sul territorio nazionale

(di Valerio Vulpis) – al-Ǧazīra (nome che in lingua araba significa la “penisola“), rete tv satellitare con sede in Qatar (nota, in tutto il mondo, come Al Jazeera – nella foto in primo piano il logo aziendale), rischia di essere oscurata in Israele. La notizia shock sta rimbalzando, da alcune ore, in tutto il mondo (non solo di matrice araba). Un network tv, tra l’altro, molto forte anche in ambito sportivo. Non a caso, dal lontano 2010, ha investito centinaia di milioni di dollari per acquisire i diritti audiovisivi dei match delle Big5 europee (Premier League inglese, Bundesliga tedesca, LaLiga spagnola, Serie A italiana e Ligue1 francese). Tra poche settimane i football fan israeliani non potranno più accedere al segnale satellitare della popolare tv qatariota. Il Governo israeliano contesta ad Al Jazeera di essere troppo vicina ad Hamas (organizzazione politica palestinese islamista, sunnita e fondamentalista).

il Parlamento israeliano ha così approvato una nuova legge che consentirà di chiudere qualsiasi emittente straniera, operante sul territorio nazionale, «se danneggia la sicurezza dello Stato». La norma varata dalla Knesset (parlamento monocamerale israeliano) permetterà al ministro delle Comunicazioni (il politico Shlomo Karhi) di «ordinare ai fruitori di contenuti di cessare la trasmissione dei canali tv, la chiusura delle redazioni presenti sul territorio d’Israele e la confisca delle apparecchiature (arrivando a mettere offline il sito web della testata, se il server è fisicamente situato in Israele)…». Nella realtà, la nuova legge blocca la trasmissione dei contenuti audiovisivi per un massimo 45 giorni, anche se è possibile prolungare il “blocco” in esame per un ulteriore periodo (sempre della durata di 45 giorni).

I verici di Al Jazeera, per il momento, non hanno rilasciato dichiarazioni in merito, ma secondo diversi media arabi le sedi della tv qatariota a Tel Aviv e Gerusalemme sono state già preallertate e si parla anche della chiusura cautelativa della filiale attiva in Cisgiordania (fa parte, assieme alla striscia di Gaza, dei territori palestinesi e della regione storico-geografica della Palestina).

Nella realtà ciò che sta accadendo in queste ore, su spinta del governo guidato dal premier Benjamin Netanyahu, segue quanto ventilato, già lo scorso 7 agosto 2017 dall’allora ministro delle Comunicazioni (Ayoub Kara) sempre su mandato dello stesso Netanyahu (già sette anni fa alla guida del Paese). Già allora si parlò, in riferimento ad Al Jazeera, in modo netto, di “supporto al terrorismo”, ma non si arrivò mai all’approvazione di una legge (come invece è avvenuto adesso con l’intervento diretto della Knesset).

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Valerio Vulpis

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