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INGHILTERRA: GLI APPASSIONATI DI CALCIO CONTRO GLI SPONSOR DEL SETTORE BETTING

(di Marco Casalone) – Un recente sondaggio condotto dall’istituto britannico Survation ha svelato come un 1/3 dei tifosi di calcio inglesi preferisce non acquistare la divisa da gioco della propria squadra se su questa è impresso il logo di una società di scommesse.
La ricerca (basata su un campione di 1.000 soggetti) è stata effettuata per conto della “Coalition Against Gambling Ads” e della Clean Up Gambling, campagne no profit supportate e coordinate da Derek Webb, ex giocatore di poker professionista ed ora inventore di giochi da casinò già attivo nella lotta contro i terminali di scommesse a quota fissa (FOBT).
Quasi la metà degli intervistati ha inoltre dichiarato di sostenere la mozione presentata dall’ex Deputy Leader (la seconda carica più alta all’interno del partito) dei laburisti inglesi Tom Watson, che prevedeva il divieto assoluto di esporre gli stemmi dei bookmakers sulle maglie delle squadre: una proposta che aveva provocato accese discussioni, giustificate dalla circostanza che delle 44 società iscritte ai due maggiori campionati del Regno Unito (ovvero la Premier League e la Football League Championship) ben 26 portano sul petto il logo di una betting firm.
Infine, oltre due terzi degli appassionati ha ritenuto insufficiente la misura adottata dal Betting and Gaming Council (BGC, l’associazione di settore inglese per il gioco d’azzardo) che vieta gli annunci pubblicitari delle società di scommesse durante gli eventi sportivi trasmessi in diretta prima delle ore 21:00, nonostante lo stesso comitato rivendichi, in tale fascia oraria, una riduzione degli spot pari al 97%.
“Il Betting and Gaming Council ha introdotto misure sempre più rigide per impedire ai minori di 18 anni di visualizzare le pubblicità dei vari bookmakers” ha dichiarato un portavoce del BGC, “Non bisogna però dimenticare che le società di scommesse assicurano ingenti guadagni ai club calcistici e, cosa ancora più importante, svolgono un ruolo essenziale nel differenziare gli operatori legalmente riconosciuti da quelli del mercato nero, isolando questi ultimi e collaborando attivamente per la loro rimozione dal web”.
Matt Zarb-Cousin, direttore di Clean Up Gambling, ha invece sottolineato come: “Qualora il governo inglese e gli organi esecutivi del calcio britannico decidessero di vietare gli annunci pubblicitari e le sponsorizzazioni sulle divise da gioco delle agenzie di scommesse godrebbero del sostegno totale da parte dei tifosi, mentre i club beneficerebbero di un sicuro aumento degli incassi dalle vendite delle magliette”; dichiarazioni che sembrano essere confermate da uno studio del digital business media OffThePitch.com, secondo cui Aston Villa ed Everton (entrambi club partecipanti alla Premier League) dopo aver cancellato dalle magliette da gara qualsiasi riferimento al betting online, hanno beneficiato di un aumento delle vendite del 60% e 50% rispetto alla scorsa stagione.
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