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Il calcio italiano finisce in un altro scandalo: la tratta dei baby calciatori africani

Una interessante analisi del portale toscano FirenzeToday.it ha illustrato, con dovizia di particolari, il nuovo scandalo del calcio italiano, che, se confermato, nelle tesi degli inquirenti, getterebbe una nuova ombra di schifo (questo è bene sottolinearlo) su come stia scendendo in basso questo mondo sportivo (spesso anche a carattere professionistico). 

Un presunto sistema illecito per fare entrare illegalmente in Italia giovani cittadini africani e farli giocare in squadre di calcio italiane ed europee aggirando le norme Fifa, è stato scoperto dalla procura di Prato che stamani, si legge su FirenzeToday.it, giovedì 20 luglio, ha inviato la polizia ad eseguire 4 misure cautelari e 12 perquisizioni nelle province di Prato, Firenze, Rimini,Pistoia, Siena, Pisa, Perugia, Arezzo, anche a carico di arbitri dicalcio, presidenti, segretari e direttori sportivi di altre società dicalcio.

Agli arresti domiciliari su ordine del GIP del tribunale di Prato richiesta dei PM Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, è finito il presidente della Sestese Calcio, società di Sesto Fiorentino (Firenze) che milita in Eccellenza, Filippo Giusti. Interdizione per 4 mesi dalla gestione della società per Paolo Toccafondi, amministratore delegato del Prato Calcio (società di Lega Pro). Una donna di nazionalità ivoriana è finita in carcere perché si sarebbe finta madre di un ragazzino ivoriano di 13 anni, un procuratore sportivo ai domiciliari.

Le accuse nei loro confronti sono a vario titolo quelle di immigrazione clandestina, falso documentale e favoreggiamento reale. Nell’indagine sarebbero coinvolte due squadre di serie A – la Fiorentina e l’Inter (secondo gli inquirenti, però queste due società sarebbero state all’oscuro degli illeciti) – una di serie B, il Cittadella, e una di Lega Pro, il Prato.

Le prime tre hanno ricevuto una richiesta di accesso agli atti societari dai magistrati che indagano, in particolare, sul trasferimento di due giovani africani che avrebbero fatto ingresso in Italia con documentazioni fittizie al fine di ottenere, per le società che ne detenevano il cartellino di tesseramento (Prato e Sestese), profitti sulla vendita dei giocatori. Profitti ottenuti, dato che i due calciatori sono stati effettivamente venduti a Fiorentina e Inter. Secondo gli inquirenti, però quest’ultime società sarebbero state all’oscuro degli illeciti. Le indagini supervisionate dal procuratore capo di Prato Giuseppe Nicolosi ipotizzano che gli indagati, in particolare le presunte‘menti’ del sistema, ovvero Giusti e Toccafondi, abbiano compiuto“atti diretti a procurare illegalmente” l’ingresso nel territorio dello Stato di cittadini di origine africana, in particolare ivoriani minorenni, producendo all’ambasciata Italiana di Abidjain, e poi all’ufficio immigrazione della questura di Prato, documentazione falsa circa maternità biologica e filiazione naturale rispetto ai minori.

Il tutto allo scopo di ottenere i permessi di soggiorno. Nel corso delle indagini, grazie alle intercettazioni, sarebbero emersi anche interessi connessi all’alterazione dei risultati delle partite. In particolare, la squadra mobile della città toscana avrebbe raccolto riscontri in merito all’alterazione di almeno 11 match tra Lega Pro, Eccellenza e Promozione.

Per questo filone di indagine su presunte combine, vi sono altri 23 indagati. Tra le partite in odor di combine, vi sarebbe anche  la spareggio “salvezza” tra il Prato e Tuttocuoio, che è valso ai primi la permanenza in Lega Pro. (FirenzeToday.it)

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Redazione

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