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I conti di Lotito tornano a pochi giorni dall’inizio della stagione?

(di Daniele Dell’Orco) – A Roma, sponda biancoceleste, il preliminare di Champions contro il Bayer Leverkusen rappresenta già una resa dei conti. Dopo la roboante protesta di due stagioni fa e la parziale tregua dello scorso anno, i tifosi laziali sono a dir poco delusi dalla campagna acquisti condotta da Lotito e Tare. Nonostante il rosso di circa 14 milioni nei risultati consolidati a marzo 2015, l’opportunità di qualificarsi in Champions è talmente ghiotta da non poter lasciare che i supporter si accontentino solo di aver trattenuto i gioielli della rosa (con Biglia ancora in bilico). Anche perché dal punto di vista economico il passo in avanti sarebbe notevole.

Facendo due conti in tasca al club di Lotito, si nota come rispetto alla scorso anno il monte ingaggi sia stato ridotto di circa 2 milioni netti, grazie agli svincolati Ederson, Ledesma, Sculli, Novaretti, Ciani, Pereirinha e Cavanda (6 milioni netti in totale), compensati in parte dai tesseramenti di Hoedt, Patric, Morrison, Milinkovic-Savic e Kishna (4,3 milioni netti in totale). C’è poi il più che probabile rinnovo di Mauri, che però dovrebbe guadagnare la metà del milione netto percepito nella scorsa stagione (e c’è anche qualche giocatore che ha visto il proprio contratto ritoccato, come Felipe Anderson).

Oltre questa scrematura, ancora parziale, visto che rimangono da piazzare giocatori fuori dal progetto tattico di Pioli come Cana (1,5 milioni netti), Konko (1,1) e Gonzalez (0,9), ci sarà un aumento delle entrate che prescinde dalle prestazioni sportive, ossia l’aumento della quota parte dei diritti tv per la Serie A che nel triennio 2015/18 porterà più soldi nelle casse dei club. Nel caso della Lazio l’incremento è del 6,01%, che si traduce in 7,6 milioni in più quest’anno, 9,1 l’anno prossimo e 10,7 tra due stagioni.
E ancora: anche qualora la Lazio perdesse la doppia sfida con le “aspirine”, le nuove norme per la divisione del market pool dell’Uefa (fortuna ha voluto che da quest’anno ammonti a 110 milioni per la quota italiana, 29 in più dello scorso anno) prevedono che anche alla compagine perdente spetti una quota di circa il 10% della prima metà. Quindi 5,5 milioni, che si sommano ai 2,4 dell’approdo al girone di Europa League e ai 4,1 milioni che la Lega Serie A mette in palio per la squadra che si piazza al terzo posto in campionato. Fanno ben 12 milioni già in cassa comunque vada la sfida di stasera. Ovviamente a questi vanno aggiunti gli incassi delle 3 partite casalinghe del girone (certe), non meno di 2 milioni in totale, e i 360mila euro per ogni vittoria nel gruppo e 120 per ogni pareggio. Ipotizzando che in un girone con due squadre cuscinetto la Lazio vinca due partite in casa e si qualifichi da seconda (altri 500mila euro) i 12 milioni diventerebbero più di 15. E via discorrendo in caso di ulteriori passaggi del turno.

Considerando questo tesoretto certo, e che un club che fattura 80 milioni l’anno dovrebbe comunque prevedere un budget per il mercato a prescindere dalla competizione in cui parteciperà (diciamo 10 milioni?), la Lazio ha più di 20 milioni “extra” solo per quest’anno, oltre alla possibilità di mettere a libro paga almeno un paio di giocatori con uno stipendio da 1 milione l’anno rimanendo nello stesso tetto del 2014/15. Come mai si aspetta di conoscere a quale coppa europea si prenderà parte per spendere qualcosa in più dei 14 milioni utilizzati per il duo Kishna-Milinkovic-Savic (Hoedt, Morrison e Patric sono stati presi a parametro zero)?

Inoltre la Lazio sta ancora aspettando il milione e mezzo derivante dalla supercoppa di Shanghai, da dove, in teoria, il patron Lotito sarebbe dovuto tornare con un main sponsor sulla maglia dopo 8 anni di assenza.

La sensazione è che qualche sforzo in più si sarebbe potuto fare per essere in grado di affrontare il preliminare con una rosa all’altezza e per evitare di presentarsi in una eventuale, infernale Europa League (che richiede una rosa lunga viste le tante partite in programma) con la coperta corta. Ma soprattutto per provare a bissare il campionato scorso, difficile da ripetere visti gli investimenti delle dirette concorrenti. Il tifo laziale non ha preso bene l’immobilismo sul mercato, e dalla Curva Nord è stato lanciato l’appello a non sottoscrivere abbonamenti prima della chiusura della campagna acquisti. Non a caso ad oggi sono state staccate meno di 10mila tessere. Anche da lì, con qualche colpo ad effetto, potrebbero arrivare altre risorse importanti.

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Marcel Vulpis

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