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FIFA DIVERSITY AWARD 2019: VINCE FUTBOL MAS FOUNDACION

(di Andrea Ranaldo) – Si è svolta ieri, presso la “Sala Verdi” del Westin Palace hotel di Milano, la cerimonia di premiazione del FIFA Diversity Award, giunto alla 4a edizione.

Il premio è riservato alle organizzazioni o alle personalità sportive che promuovono progetti di inclusione sociale e/o di contrasto alle discriminazioni, legati al mondo del calcio. La giuria era composta da 11 persone: Fatuma Abdulkadir Adan (in rappresentanza di “Horn of Africa Development Iniziative in Kenya”, vincitore dell’edizione del 2018), Ryan Atkin (arbitro inglese, direttore dell’International Gay & Lesbian Football Association), Jefinho (campione brasiliano di calcio a 5 per non vedenti), Lydia Nsekera e Maria Sol Munoz (membri del Consiglio FIFA), Khalida Popal (ex calciatrice afghana, oggi attivista per l’uguaglianza di genere), Jaiyah Saelua (calciatore samoano americano), Clarence Seedorf (leggenda del calcio, vincitore di quattro Champions League), Tokyo Sexwale (attivista anti-apartheid) e Abby Wambach (ex calciatrice statunitense laureatasi campionessa del mondo nel 2015).

L’EVENTO

La serata è stata occasione per affrontare il discorso dell’inclusività a 360°. Il primo panel era riservato ai grandi eventi, e ad aprire le danze è stato André Du Plessis, direttore esecutivo dell’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association. Du Plessis ha sottolineato le enormi differenze che intercorrono tra il mondo del calcio femminile, dove una larga percentuale di atlete ha fatto outing senza alcun tipo di problema, e quello maschile, dove invece vige un’estrema reticenza nell’affrontare l’argomento. L’oratore ha inoltre plaudito la Federcalcio francese per l’episodio avvenuto durante la sfida di Ligue 1 tra Nizza e Marsiglia, dove l’arbitro, Clement Turpin, ha sospeso la partita per la presenza sugli spalti di due striscioni omofobi.

La parola è così passata a Elena Popova, responsabile dell’accessibilità della Federazione Calcio russa. La Popova ha illustrato gli incredibili risultati ottenuti dalla propria nazione in occasione dei Mondiali del 2018, dove gli stadi, finalmente, erano pronti per ospitare persone con disabilità. Un risultato da non sottovalutare: la Russia, in termini di accessibilità, è infatti ancora molto indietro, e grazie anche a un evento sportivo globale come un Mondiale di calcio, è riuscita a trovare nuove soluzioni che potranno facilitare la vita delle persone non solo all’interno degli impianti sportivi, ma anche in tutte le attività quotidiane di routine.

A concludere il panel Federico Addiechi, responsabile della Sostenibilità e della Diversità presso la FIFA: Addiechi ha dichiarato che i diritti umani sono una priorità per la FIFA, sottolineando la grande sfida a cui sono chiamati per i Mondiali del 2022, che si svolgeranno in Qatar. Ma la FIFA è sempre molto attiva sul tema: proprio in questi giorni una delegazione dell’organizzazione si trova a Teheran per convincere la Federcalcio dell’Iran ad aprire gli stadi alle donne. Sembra che, per il momento, si sia raggiunto l’accordo per permettere alle donne di partecipare alle partite ufficiali di qualificazione ai Mondiali della nazionale. “Step by Step”: è questo il metodo con cui è possibile raggiungere risultati importanti in Paesi così diversi culturalmente.

Il secondo panel, invece, è stato dedicato ai Mondiali Femminili appena disputatisi in Francia. Ospite del dibattito Laura Georges, ex calciatrice transalpina, oggi segretario Generale della Federcalcio francese: la Georges ha raccontato, entusiasta, dell’incredibile successo della competizione, che è stata vista, nel mondo, da oltre 1 miliardo di persone. Numeri incredibili, destinati a crescere ulteriormente nelle prossime edizioni. De resto, lo stesso Infantino, presidente della FIFA, ha dichiarato come quelli in Francia siano stati migliori Mondiali in assoluto, per l’incredibile impatto che hanno avuto sul pubblico e per la passione dimostrata dai tifosi.

I FINALISTI

Si è così arrivati al piatto forte della serata: la premiazione. Le associazioni finaliste erano tre: Fútbol Más Foundacion, organizzazione no-profit fondata nel 2008 e presente in Cile, Ecuador, Francia, Haiti, Kenya, Messico, Paraguay e Perù, che propone programmi che sviluppino le abilità di bambini e ragazzi che vivono in contesti di vulnerabilità sociale; PlayOnSide, dal 2013 in Thailandia con progetti di inclusione sociale rivolti, soprattutto, a profughi e migranti provenienti dalla Birmania; e Watoto Wasoka, che grazie al calcio ha ridotto, in Uganda, il numero di bambini di strada, permettendo loro di frequentare la scuola e di integrarsi al meglio nella comunità.

Alla fine, l’ambito riconoscimento è andato a Fútbol Más Foundacion: “Dopo più di un decennio di lavoro, non c’è niente di più gratificante del vedere riconosciuti i propri sforzi“, ha affermato il co-fondatore e direttore commerciale di Fútbol Más, Sergio Guerrero. “Ma, più di ogni altra cosa– ha sottolineato Guerrerooggi è un potente promemoria di come il calcio possa avere un impatto sulla vita; di come, di fronte a problemi diversi, in diverse parti del mondo, il gioco sia uno strumento forte per promuovere un cambiamento positivo”.

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