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Editoriale di Federico Smanio: 10 lezioni che possiamo imparare da David Beckham per migliorare il nostro personal branding



Premesso che con David Beckham ho in comune solamente l’altezza (giuro), in questo post voglio indagare le caratteristiche che lo rendono così speciale, i trucchi che possiamo carpire, convinto che nel suo caso non si tratta solo di talento naturale ma di atteggiamenti e comportamenti che ognuno di noi può allenare per mettere il turbo al proprio personal branding e ottenere i successi che meritiamo. 


Lo spunto mi è arrivato dal recente Digital Book Signing in cui lo Spice Boy ha presentato il suo nuovo libro (un album fotografico che ripercorre tutte le tappe della sua immensa carriera) negli studi di Facebook a Londra con un evento live, il primo in assoluto nel suo genere, che ha permesso ai fan provenienti da tutto il mondo di porgli domande e soprattutto di ricevere sulla timeline del proprio profilo la firma autografata del campione inglese. 

Fermiamoci per un attimo a riflettere, astraendoci dal rumore del gossip. Che piaccia o no, ci troviamo di fronte ad un fenomeno, campione, imprenditore, attore e brand, in grado di inventarsi mille carriere, un genio del marketing, una star del personal branding capace di cavalcare idee sempre vincenti. E’ vero, i soldi aiutano, la notorietà di un personaggio di questa caratura crea certamente un circolo virtuoso di opportunità, ma sono tanti gli ex campioni che hanno goduto di questa posizione privilegiata e sappiamo come sono finiti. Non è così? 



Ecco allora 10 lezioni, ovvero alcuni modi di fare e atteggiamenti mentali che David ha messo in pratica fin da bambino e che gli hanno permesso di arrivare ad essere quello che è oggi. 

1. Rifletti sul tuo look. 

“l’abito non fa il monaco” è una delle più grandi balle della storia e anche se non possiamo sperare di raggiungere le vette di Becks in fatto di look, un pizzico di attenzione alla cura personale e a come ci presentiamo tutti i giorni, scegliendo magari l’abito adatto all’occasione e che rifletta la nostra personalità, ci pone inevitabilmente in una luce diversa nei confronti dei nostri interlocutori, superiori, clienti o colleghi. 

2. Impara un po’ di savoir-faire. 

Lo Spice Boy ci insegna che non dobbiamo prestare attenzione alle critiche ingiuste di chi non conosce chi siamo e qual è la nostra storia. Se volete un esempio vi invito ad ascoltare cosa dice dell’ex allenatore Alex Ferguson, che non perde occasione per attaccare il suo pupillo del Manchester United. Troveremo sempre chi ci ostacola per partito preso, chi criticandoci ci mette il bastone tra le ruote, magari anche per un pizzico d’invidia. Ben vengano i consigli e le critiche quando sono costruttive, ma non possiamo fermarci a dare retta a tutti così come ci sarà sempre qualcuno a cui non piace quello che facciamo. 

3. Impara a dire “Grazie!”. 

Riconoscere il ruolo degli altri nei nostri successi è una dote più che un dovere. Saper ringraziare chi ci aiuta sembra essere una cosa del tutto naturale, quasi banale, ma ne siamo certi? Beckham, per esempio, nonostante gli attacchi del suo ex allenatore ne riconosce la grandezza e l’importanza che il loro incontro ha avuto nella sua carriera stellare. In fin dei conti, se Sir Alex non lo avesse voluto al Manchester insegnandogli così tanto forse non sarebbe mai arrivato a sfiorare il pallone d’oro. 

4. Metti a frutto i tuoi talenti. 

“Cavilla sui tuoi limiti e senza dubbio ti apparterranno” è una specie di mantra (rubato a Richard Bach) che non smetto mai di ripetere. E la parabola dei talenti va meditata a fondo perché abbiamo il dovere di impegnarci al massimo per fare crescere i talenti di cui siamo stati dotati. A volte la pigrizia ci assale, e il senso di abbandono sembra mettere nel cassetto le nostre doti assieme ai sogni e le passioni che animano il nostro agire. Scoprire i propri talenti non è così semplice ma non è forse la chiave del successo? 

5. Rischia. 

Lo spirito imprenditoriale è certamente la caratteristica che più gli invidio. La capacità dimostrata di ripartire e inventarsi una nuova carriera dimostra come la determinazione e la voglia di arrivare siano ingredienti imprescindibili nella dieta degli uomini di successo. Dopo avere spopolato nel calcio con una serie imbarazzante di titoli e riconoscimenti personali e già durante la sua carriera di calciatore, lo abbiamo visto destreggiarsi tra brand extension, co-branding con la moglie Victoria, diversificazione degli investimenti, dimostrando di conoscere perfettamente i dettami del personal branding. Chapeau! 

6. Lavora sodo con focus sugli obiettivi. 

Quello che mi ha maggiormente colpito nella sua coinvolgente intervista, è quando dice che il tratto caratteristico che lo accompagna fin da bambino è il lavorare sodo assieme alla disciplina inculcatagli da alcuni sergenti di ferro, a cominciare dal primo allenatore “in confronto al quale Ferguson è niente”. Lo avreste mai detto? A questo si aggiunge la genialità nella scelta d’idee imprenditoriali sempre nuove e vincenti. 

7. Aiuta gli altri 

Il tema della solidarietà, che forse nel caso del brand Beckham è utile chiamare Corporate Social Responsibility è sempre controverso perché un po’ tutti pensiamo che sia facile per chi come lui ha tanti soldi sostenere l’Unicef, Help for Heroes, associazione nata per aiutare i feriti di ritorno dall’Iran e dall’Afghanistan o diventare Goodwill Ambassador e che il fine ultimo sia è il ritorno in termine di immagine che ne deriva. Forse è vero, ma il suo atteggiamento ci insegna ugualmente che mettersi a disposizione degli altri non può che portarci lontano. Non è forse vero che, citando Dan Shawbel, il modo migliore per avere successo è aiutare gli altri ad averlo? 

8. Stai al passo con i tempi. 

Brian Solis lo definisce darwinismo digitale ovvero il fenomeno in virtù del quale la tecnologia e la società evolvono più rapidamente della capacità degli uomini e delle organizzazioni di adattarsi. Mi spiego meglio, chi se non David Beckham poteva lanciare il suo libro attraverso il primo Digital Book Signing su Facebook? Dimostrando la grande capacità di cogliere le sfide con un approccio all’avanguardia, in questo caso più di una semplice trovata pubblicitaria, è stato in grado di sfruttare la tecnologica digitale e i social media (disponibili gratis per tutti) per comunicare in modo efficace con la propria audience. E’ così difficile? 

9. Fai le cose in modo diverso e prima degli altri. 

Sembra l’uovo di colombo, ma quante volte ci è successo di esitare, di non osare abbastanza per la maledetta paura di sbagliare per scoprire che qualcuno ci ha provato al posto nostro con successo? Per uno come Becks diventa normale presentarsi negli studi del Digital Palace di Londra firmando autografi digitali in tempo reale ai fan di tutto il mondo. Cito testualmente: “[…] it’s a first… ‘cause I like doing things different […]” Non vi ricorda qualcosa? 

10. Rifletti sulla tua storia. 

Un momento toccante dell’intervista è quando David, con l’aiuto di alcune foto, ritorna all’esperienza di quando era bambino con la sua prima squadretta, assieme all’allenatore e ai compagni di squadra. Ricorda non senza nostalgia che il mister era un sergente di ferro che pretendeva dai ragazzi un atteggiamento impeccabile dentro e fuori dal campo e come fu lui a insegnargli l’importanza di presentarsi bene e l’abitudine di portare la divisa formale. Ricordare da dove veniamo e il percorso compiuto è necessario per aiutarci a capire dove vogliamo arrivare, rivisitare con la mente i luoghi e le persone che ci hanno voluto bene ci fa trovare nuovi stimoli nelle sfide che affrontiamo tutti i giorni. 

Cosa pensate di David Beckham? Ci sono altri campioni, star dello spettacolo, atleti o personaggi famosi che sono per voi fonte d’ispirazione? 


Trovate dei punti in comune con la vostra esperienza? I vostri commenti così come le condivisioni sui social sono sempre altamente benvenuti. 

Federico Smanio 
@federicosmanio

Ospitiamo il post di Federico Smanio, Responsabile Marketing della Lega Calcio Serie B, nel quale indaga sul “segreto del successo di David Beckham e cosa può insegnare a noi comuni mortali”. Riteniamo che il “manifesto” di Smanio, pubblicato sul portale “MarketingArena”, debba essere condiviso da tutti i professionisti dello sport e non solo.

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