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Consiglio di Stato: Mai illecito su diritti tv stagione 2015/18. I vertici di Infront dell’epoca operarono correttamente

Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla querelle sulla procedura concorsuale indetta da LNPA per le stagioni 2015/2018 ai fini dell’assegnazione dei diritti televisivi, a suo tempo sanzionata da AGCM.
L’attività posta in essere dalla Lega (e da Infront) a valle della graduatoria “lungi dall’essere corriva nei confronti dell’uno o dell’altro dei partecipanti o manipolatrice della graduatoria”, è consistita in una doverosa correzione “dell’effetto illecito prodotto” dalla stessa graduatoria, in perfetta osservanza dell’art. 9, comma 4, del d.lgs. 9/2008.
Dal che -prosegue la sentenza del Consiglio di Stato -, si legge in un take dell’Adnkronos, “l’erronea valutazione dell’Autorità, che s’appuntò solo sul (preteso) dato spartitorio e, al contempo, sulla violazione della formale aggiudicazione e non tenne in debito conto come la norma ex art. 9, co. 4 proprio per le medesime ragioni d’interesse pubblico e di piena contendibilità di tali diritti tra gli operatori (che a suo tempo avevano suggerito per legge la procedura competitiva) non tollerasse aggiudicazioni di fatto totalitarie ed in contrasto col principio di virtuosa concorrenza tra i titolari di ciascuna intera piattaforma”.
Piena soddisfazione da parte dei legali. Interpellato sul punto, l’avv. Presutti (difensore di Infront assieme al Prof. Clarizia, all’avv. All Saffi, all’avv. Fantini e all’avv. Morelli) ha ritenuto ineccepibile la decisione tanto quanto alla portata dell’art. 9, comma 4, del d.lgs. 9/2008, tanto quanto alle caratteristiche intrinseche del mercato considerato ed ha sottolineato che il Consiglio di Stato non ha mancato di sottolineare che “ferma l’evidente marginalità del comportamento fedele di Infront verso il suo cliente, è proprio l’illecito che manca.
Si arriva così alla conclusione di una querelle, grazie all’intervento e alla sentenza in oggetto del Consiglio di Stato. Tesi che l’agenzia Sporteconomy, unica nel panorama giornalistico nazionale, ha sempre segnalato (in controtendenza rispetto a quanto veniva pubblicato da altre fonti di informazione). In quel periodo, tra l’altro, si è assistito ad un attacco “ingiustificato” (tendente all’accanimento terapeutico) nei confronti dei top manager di Infront (a partire dalla figura di Marco Bogarelli – nella foto in primo piano). La sentenza pertanto conferma il buon operato del management dell’epoca. Management che ha portato, nelle casse del calcio tricolore, revenues sempre crescenti ad ogni bando di gara, generando ricchezza “certificata” per l’intero sistema. 
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Redazione

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