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Champions: scoppia il caso del caro biglietti per Porto-AS Roma

(di Dario Leo) – E’ partita ieri, in mattinata, l’ultima fase di vendita, quella senza prelazioni, dei biglietti riservati agli ospiti per il match di ritorno di Champions League tra AS Roma e FC Porto, in programma il 6 marzo nella città lusitana.
Sono già 1.600 i sostenitori giallorossi che si sono assicurati un biglietto, un numero considerevole vista la stagione altalenante della formazione capitolina e gli alti costi della trasferta, sia in termini di trasferimenti aerei, sia per quanto riguarda il costo del biglietto, fissato a 50 euro più commissioni.
Proprio in riferimento al costo del biglietto del settore ospiti, circola da diversi giorni l’indiscrezione secondo cui esisterebbe la concreta possibilità che parte del costo dei biglietti possa essere rimborsato ai tifosi. Esiste infatti da molti anni una norma della Uefa che impone alle società (partecipanti alle competizioni europee) di praticare medesimi prezzi, per i settori riservati ai tifosi ospiti, rispetto ad un settore equipollente dello stadio. In sostanza, se una società decide di destinare l’intera curva di una stadio ad una tifoseria ospite, il prezzo di quei biglietti deve essere lo stesso pagato dai supporters di casa nella curva opposta.
Nel caso specifico, la porzione dello stadio do Dragao equivalente a quella destinata ai romanisti avrà solo formalmente lo stesso prezzo di 50 euro, questo perché il Porto FC sta vendendo quei biglietti ad un prezzo agevolato di più del 50%  ai propri affiliati.
Il nodo della questione è proprio qui. Il club portoghese ha un numero di soci affiliati molto superiore alla capienza di quel settore ed è quindi altamente probabile che non si arrivi alla fase di vendita libera a prezzo pieno, creando un’evidente disparità di trattamento.

Il simbolo del FC Porto

A denunciare questo probabile abuso è stato Ronan Evain, CEO e portavoce di Football Supporters Europe, associazione che da anni si batte per difendere i diritti delle tifoserie a livello europeo, e che è scesa in campo in prima persona in due casistiche analoghe, accadute nella precedente edizione del massimo trofeo europeo per club. Nel primo caso il protagonista e lo scenario sono gli stessi, il Porto FC e lo stadio Do Dragao: in quell’occasione furono i fans del Liverpool a subire analogo trattamento dei romanisti, e questo provocò la dura presa di posizione della dirigenza inglese, che invitò la Uefa ad un’attenzione maggiore sul caso.
Il secondo caso riguarda invece la tifoseria bavarese del Bayern Munich, che si vide parzialmente restituiti i 100 euro a biglietto pagati per la trasferta belga contro l’Anderlecht. Come riporta lo stesso Evain :”«La scorsa stagione l’Anderlecht è stato sanzionato perché vendeva i biglietti delle tre partite del girone solo come pacchetto per i tifosi di casa, senza vendita libera dei singoli biglietti. La media era 40 euro a biglietto, ma poi ha chiesto 100 euro a quelli del Bayern”.
Sembra che dopo la tornata degli ottavi di finale, l’Uefa si riunirà in assemblea per affrontare seriamente la questione del caro biglietti, difatti già in dicembre Alexsander Ceferin aveva prospettato l’applicazione di un tetto massimo di spesa per i biglietti delle trasferte. Questa soluzione, sempre secondo Evain, potrebbe però creare ulteriori disparità per i sostenitori di quei paesi con un basso potere d’acquisto, generando invece un livellamento verso l’alto dei costi dei biglietti. La soluzione indicata dall’Fse è invece un più capillare controllo da parte dei commissari Uefa e sanzioni certe per le società che aggirano la normativa già esistente.
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