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Champions league: il Napoli non si qualifica. In fumo oltre 25 milioni di euro.


Il gol del pareggio di Marek Hamsik ha per un momento illuso il Napoli, che si vedeva (dopo il momentaneo 1-1) nei supplementari dei preliminari di Champions. Poi un uno-due terribile dei baschi, con svarioni difensivi non da giocatori di serie A. Parliamo chiaramente degli atleti del Napoli, che hanno consegnato l’ingresso nella fase a gironi 2014/15 all’Athletic Bilbao (i biancorossi hanno giocato in uno stadio moderno, oltre che straordinario, di fronte a 44 mila abbonati ed oltre 50 mila spettatori, considerando i paganti), a distanza di 16 anni dall’ultima presenza. Certamente adesso gli azzurri di Aurelio De Laurentiis devono rivedere gli obiettivi sportivi della stagione (in primis scudetto, Europa League, coppa Italia e a dicembre la finale secca di SuperCoppa di Lega). Il 3-1 di stasera al San Mamès (in questo stadio tra l’altro le italiane non hanno mai vinto) è ancora più amaro, perché sono andati in fumo 25 milioni di euro, di ricavi Uefa redistribuiti al club campano al termine della prossima stagione. Questo elemento impatterà sulle strategie di calciomercato (presenti e future), ma soprattutto pesa sulla dimensione dell’SSC Napoli in ambito internazionale. Un club che ambisce a posizioni di riguardo e punta a diventare o ad essere vissuto come un top team deve obbligatoriamente essere presente ogni anno in Europa. Se non vi riesce e finisce in Europa league non per scelta ma per necessità non è top club. Ultima annotazione più generale: è il terzo anno consecutivo che l’Italia si presenta in Europa con solo due squadre (quest’anno Juventus e AS Roma). Dovrebbe far riflettere le dirigenze della Lega e della FIGC. Bisogna cambiare politiche gestionali e investire di più sui giovani. L’Athletic senza squilli di tromba ha fatto giocare nella parte centrale del secondo tempo un 18enne. Un fatto normale in Spagna, Germania e Inghilterra: tranne che in Italia. 

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Marcel Vulpis

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