Champions League da record: indizio per il futuro del calcio italiano?
Uno dei temi caldi e sempre attuali per il futuro del calcio italiano è quello relativo ai diritti tv. Perché si parte da lì, dagli sponsor, dagli introiti, per permettere alle società italiane di svilupparsi in termini economici. Soldi da poter così reinvestire o sul mercato o per la propria crescita in infrastrutture o settore giovanile. Ogni club di Serie A ha la propria filosofia. Dai risultati Champions League di questa settimana arriva un indizio, un altro, forse l’ennesimo, che permette ai vertici del campionato italiano di guardarsi dentro e riflettere per inseguire una nuova crescita. Le ultime partite della massima competizione europea, le due semifinali di andata con la vittoria del Psg sul campo dell’Arsenal e il pareggio dell’Inter a Barcellona, hanno raggiunto numeri record in termini di visibilità. In tantissimi le hanno seguite incollati alla tv. Soprattutto la sfida dei nerazzurri.
Il record con sei gol tra Barcellona e Inter
La partita in questione ha visto Nove, canale che l’ha trasmessa, raggiungere il suo record storico di spettatori. Quanti? 5.613.000 telespettatori. Per uno share pari al 27,5%. Attenzione: la partita era in chiaro e questo ha inciso e ha fatto la differenza, ma anche in passato sfide in chiaro non hanno raggiunto questi numeri, questi dati. Come mai? Un’idea può arrivare dal risultato finale: 3-3. Ovvero, forti emozioni. Mai un attimo di sosta. Imprevedibilità dall’inizio alla fine. Ritmi alti. Aumento di share in media nella ripresa rispetto al primo tempo. Come mai? Si sa, i risultati di calcio fanno sempre la differenza. Anche quelli parziali. Il ragionamento può essere stato molto semplice: per chi non era collegato nel primo tempo, la curiosità è subentrata accorgendosi del numero di gol e delle continue emozioni. Magari chi la stava seguendo distrattamente con lo smartphone poi si è fatto convincere e ha acceso la tv. Il secondo tempo è stato meno vibrante, però, ma pur sempre divertente. La partita in terra spagnola è solo un dato estrapolato dal contesto per ribadire ancora una volta quanto il calcio sia seguito quando si traduce in emozioni ed enfasi. D’altronde si tratta pur sempre di sport che deve coinvolgere grandi e piccoli. Da anni l’Italia, in termini di campionato nazionale, si interroga per capire come fare ad attrarre il maggior numero di persone, dato che i dati relativi agli abbonamenti tv sono in media in calo da tempo. Non è solo una questione di opportunità e di tecnologia a disposizione degli italiani, ma di spettacolo. Di offerta.
Lo spettacolo della Serie A sta arrivando ad un bivio
Le partite di Serie A sono spesso distanti da quelle di Champions e non si parla solo di valore tecnico in campo. Non serve neppure ribadire quanta distanza ci sia tra una big europea e, ad esempio, una squadra che in Italia lotta per salvarsi. La questione è più ampia: la Serie A prova a inseguire, soprattutto con i nuovi allenatori, un calcio propositivo, più offensivo, dove aumenta il rischio ma dove l’obiettivo non è solo difendere o essere prudenti, ma osare per provare a vincere. Si traduce, questo aspetto, in partite più aperte, divertenti. A prescindere dai valori tecnici in campo. La Serie A, seguendo l’esempio delle partite europee, quelle più seguite, sa che per riconquistare il suo pubblico dovrà accontentarlo. La domanda sarà sempre alta ma sarà comunque legata alle emozioni. Come in Champions. La sfida Barcellona-Inter è stata un concentrato di avvenimenti. Gol. Anche errori. Sempre sul filo dell’equilibrio. E dello show, appunto. Perché chi guarda le partite della propria squadra del cuore le guarderà sempre. Ma chi, spettatore esterno, che non prova sentimenti per una delle due, vorrà guardare una partita, sceglierà sempre quella più enfatica. A proposito, sempre più squadre da questo punto di vista provano ad avvicinarsi all’America (e al Super Bowl) proponendo mini-concerti prima delle partite o durante l’intervallo. Il Como, guarda caso proprietà americana, lo fa. Un modo per unire calcio ad altro, per avvicinare anche altri ‘tifosi’, altri appassionati. Il calcio come pretesto per altro. D’altronde resta costante la ricerca del divertimento.