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Caso Lockte: Speedo si allontana, dopo il cambio di versione sulla bravata notturna

(di Marcel Vulpis) – Ai Giochi di Rio, a pochi giorni dalla chiusura della manifestazione, scoppia il “caso Lockte”. Il nuotatore americano 12 volte (6 ori, 3 argenti e 3 bronzi) vincitore di una medaglia ai Giochi, tornato negli Usa ha cambiato versione sulla presunta aggressione che avrebbe subito con altri tre nuotatori americani (due sono in stato di fermo in un albergo di Rio, il terzo non sarebbe più reperibile) nei giorni scorsi nella metropoli verdeoro.

“Rapinati sì, ma ad una stazione di benzina. Nè imboscate, né pistole puntate alla testa” avrebbe dichiarato Ryan Lochte ad un network a stelle e strisce. Peccato, però, che, nel frattempo, sia spuntato un video che mostra una rissa ad un distributore (sarebbero coinvolti tutti e quattro i nuotatori americani) con gli uomini della sicurezza.

Gli alterchi notturni sarebbero terminati con alcuni atti di vandalismo (gli atleti Usa avrebbero rovinato i bagni della stazione carioca). Questo episodio increscioso e dai contorni legali ancora tutti da approfondire, rischia di rovinare/minare l’immagine del campione di nuoto americano, erede naturale di Michael Phelps, in patria e a livello internazionale.

Lochte nel 2012 a Londra si era presentato forte di contratti pubblicitari con colossi del largo consumo, per un controvalore stimato da Forbes in 3 milioni di dollariSpeedo, Mutual of Omaha, Gillette, Gatorade, Procter & Gamble, Ralph Lauren, Nissan e AT&T. Quattro anni più tardi l’atleta statunitense non era legato allo stesso numero di aziende, ma poteva comunque contare a Rio su tre main partner: Speedo, Polo Ralph Lauren e Airweave. La Speedo nelle ultime ore ha rilasciato uno scarno comunicato: “Speedo è sponsor di Ryan Lochte. Speedo sta seguendo con attenzione lo sviluppo del caso.  Come policy aziendale non commenta mai accadimenti che hanno uno sviluppo in ambito giudiziario. Suggeriamo ai media di contattare la squadra americana di nuoto per ulteriori informazioni”. 

Nello sport-business internazionale il tema dell’immagine pulita è fondamentale e per uscire da questa situazione l’unica carta ancora da giocare per il campione a stelle e strisce è “tirare fuori tutto dal sacco”. Raccontare la verità e fare ammenda per le bravate di quella notte. In caso contrario questi continui cambi di versione rischiano di danneggiare ulteriormente la sua immagine, oltre a fargli perdere, nonostante la conquista di diverse medaglie, nuovi e più importanti contratti pubblicitari. Ciò che può disturbare soprattutto gli sponsor è il fatto che Lochte continui a non dire la verità, trincerandosi in un muro di bugie.

Nella notte di Rio tra l’altro è arrivata la confermata che tutti i giornalisti ed addetti ai lavori si aspettavano: nessuna rapina subita dai nuotatori Usa, che hanno invece commesso vandalismi. Laconinco il commento del capo della polizia di Rio de Janeiro: “Si scusino con i brasiliani”. 

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Marcel Vulpis

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