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Calcio asset strategico per Fisco e Previdenza. In 12 anni lo Stato ha incassato più di 12.6 miliardi di euro

(di Marcel Vulpis) – Il calcio è un ottimo “cliente” per lo Stato italiano. Negli ultimi 12 anni ha generato più di 12,6 miliardi di eurodi gettito fiscale. Un’entrata importante per l’erario e per l’economia del Paese. Sempre l’industria del pallone è il principale contributore a livello fiscale/previdenziale del sistema sportivo nazionale, con quasi 1,2 miliardi di euro generati dai club professionistici (in crescita del 37% nella “finestra” 2006-2016). Più in generale, per ogni euro “investito”nel calcio, il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno complessivo pari a 16,1 euro.

Il contributo del calcio professionistico 

Nel 2017, se si analizza solo il calcio professionistico, la contribuzione fiscale e previdenziale aggregata ha superato il tetto di 1,3 miliardi di euro, confermando, di fatto, il trend di crescita registrato negli ultimi anni. Nel periodo 2006-2017 questo contributo ha fatto registrare un incremento del 47% (in termini assoluti) e del 3.6% su base media annua.

I dati in esame confermano quanto l’industria calcio sia importante anche per le casse statali. Una mancata ripartenza del campionato infatti brucerebbe non meno di 700 milioni di euro di “valore della produzione”, con minori introiti fiscali, oltre che previdenziali, per lo Stato (si stimano 250 milioni di mancate entrate).

Il peso a livello fiscale e previdenziale

E’ importante anche analizzare il contributo del “prodotto calcio” rispetto alle aziende operanti nel comparto sportivo tricolore. Un ecosistema composto, in via prevalente, dalle attività di società e realtà specializzate nella gestione di impianti. Complessivamente circa 50mila strutture economiche (tra societ ed enti).

Nel 2017, sulla base dei dati esaminati dalla Federcalcio, i 99 club professionistici hanno inciso per il 60,9%, a livello di contribuzione Iva (imposta sul valore aggiunto), per il 24,4% in termini di Ires (imposta sul reddito delle società), per il 62,5% come contribuzione Irap (imposta regionale sulle attività produttive), per l’82,4% relativamente alle ritenute Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche), per il 63,6% a livello di reddito da lavoro dipendente e autonomo e per il 71,5% come contribuzione fiscale complessiva. La contribuzione fiscale e previdenziale ha raggiunto, sempre nello stesso anno, la cifra record di 1,3 miliardi. In 17 anni vi sono stati solo cinque casi di leggera decrescita (nella stagione 2009 e nel triennio 2011/13), Questa stessa “voce”, nel 2006 (primo anno di analisi da parte della Figc), valeva poco più di 884 milioni di euro.

Il contributo della Federcalcio per il sistema sportivo tricolore

Il movimento del calcio (professionistico e dilettantistico, sotto l’egida della Figc) è un modello di riferimentoanche per le realtà federali meno strutturate. Degli oltre 400 milioni di euro scaricati nel sistema sportivo nazionale, il 70% proviene proprio dall’universo del calcio. La disciplina più amata e seguita su scala nazionale, pertanto, aiuta il finanziamento pubblico per circa 300 milioni di euro. Una cifra, quest’ultima, spesso dimenticata o, peggio ancora, non valutata nella giusta misura dagli ultimi governi.

La ripartenza del campionato è vitale per tutti i soggetti coinvolti.  In caso contrario sarà l’intero sistema sportivo a subirne gli effetti più gravi. La Serie A, pur con le sue contraddizioni, ha nei diritti tv uno scudo importante, ma tutte le altre leghe e federazioni non possono contare sul supporto dei broadcaster tv. Significherebbe condannare queste realtà a morte (economica) certa.

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Marcel Vulpis

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