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Bundesliga: la stabilità del sistema assicurata dalla regola “50+1”

Il calcio tedesco è ripartito (lo scorso 16 maggio) confermandosi, ancora una volta, un format sportivo affidabile, orientato alla sostenibilità economica e alla internazionalizzazione. Oltre a ciò, c’è da considerare il ruolo del Governo, da sempre vicino a questo specifico settore industriale, da almeno 20 anni, e anche in questa occasione è stato centrale l’impulso della politica nella ripartenza dell’intero sistema.

Il principio guida che lo regola, da sempre, è la valorizzazione dei “principi ispiratori” che hanno portato, nel tempo, alla nascita dei football club che oggi ammiriamo in campo.

Storicamente, in Germania, infatti, esiste la regola del “50+1”. In pratica i membri di una società detengono sempre la maggioranza dei “diritti di voto”. La presenza dei supporter, in molte realtà calcistiche, ha permesso un maggiore coinvolgimento della fan base (bacino di utenza). E’ un legame strettissimo, con effetti positivi per tutti i soggetti coinvolti: il tifo è “sano”, è molto caldo all’interno degli stadi e c’è un costante ascolto delle istanze dei fan (come nel caso delle strategie di marketing applicate alla vendita dei biglietti).

La situazione della Bundesliga1 (l’equivalente della Serie A) è però una eccezione se si analizza il mercato continentale. In tutti i principali campionati europei, infatti, esistono modalità e meccanismi ben definiti per intercettare gli investitori anche stranieri.

Tradizionalmente le società sportive, in Germania, sono di proprietà esclusiva delle associazioni dei tifosi (“associazioni registrate” sotto il profilo legale). Controllate esclusivamente dai supporter non era consentito, al loro interno, la presenza di investitori privati.

Più in generale, gestire un club come un’associazione registrata (le cosiddette “e.V.” tedesche) significa, per definizione, essere un’organizzazione senza scopo di lucro (beneficiando, in questo modo, di aliquote fiscali ridotte).

A partire dal 1998 è entrata in vigore una nuova norma che consente alle società di “separare” le rispettive squadre di calcio, trasformandole in realtà a responsabilità limitata (in forma pubblica o privata).

Le “associazioni registrate”, e per estensione i loro membri, possano, però, continuare a detenere la maggioranza dei diritti di voto: ovvero il 50% più uno all’interno della squadra di calcio. Il controllo dei tifosi impedisce a potenziali investitori stranieri di acquisire una partecipazione di maggioranza (anche se esistono eccezioni, come, ad esempio, il Red Bull Lipsia).

Nel complesso si impedisce agli investitori privati di rilevare la squadra o di privilegiare i profitti rispetto ai bisogni dei soci-tifosi.

Club del calibro di Fortuna Düsseldorf, Schalke 04, Mainz 05, Friburgo, o ancora Union Berlino (da quest’anno al debutto in Bundesliga1), non hanno adottato questo modello e sono considerati casi speciali all’interno del sistema professionistico della Bundesliga.

Al contrario, Bayer Leverkusen e VfL Wolfsburg sono stati rilevati dai loro “promotori”. Come suggerisce il nome, Leverkusen è stato fondato dai dipendenti della società farmaceutica Bayer, mentre Wolfsburg, nel 1945, dai lavoratori della casa automobilistica Volkswagen (con base proprio nell’omonima città della Bassa Sassonia). In entrambi i casi, la Lega calcio tedesca (DFL) ha deciso di accogliere le richieste, perchè era evidente la promozione continua di queste strutture, nel corso degli anni (ovvero per diversi lustri), a supporto dei rispettivi progetti sportivi. Da queste due eccezioni, nel 2011, si è arrivati alla definizione una norma precisa anche per il futuro.

Se un’altra persona giuridica (ad esempio un’impresa, come nei casi di Bayer e Volkswagen) ha promosso costantemente il settore calcio di una “società-madre” (per una durata minima di 20 anni) può acquisirne la maggioranza diventandone di fatto proprietaria.

Stabilità e trasparenza,, nella definizione delle regole sono alla base di molti investimenti del calcio tedesco, con progetti importanti soprattutto nel settore dell’impiantistica sportiva.

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Redazione

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