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Scenari – Calcio, i principali campionati europei parlano francese

(di Davide Pollastri) – Tra le cinque grandi federazioni d’Europa, è quella francese a esportare più calciatori verso i principali campionati delle altre quattro: sono 18 ne LaLiga, 26 in Premier League, 32 in Bundesliga e ben 38 in Serie A

Ben 114 giocatori, di età compresa tra i 18 e i 39 anni, per un valore complessivo di 2.227,3 milioni di euro. Sono questi i numeri dei calciatori francesi impegnati in Premier League, LaLiga, Bundesliga e Serie A, ovvero i tornei che con la Ligue 1 compongono il quintetto dei più importanti campionati europei di calcio. Il campione più prezioso di questa legione straniera di stanza nei ‘Big Five’ della UEFA è il madridista Kylian Mbappé, valutato 170 milioni di euro. Alle spalle del parigino troviamo il suo compagno di squadra Aurélien Tchouaméni, il difensore dell’Arsenal William Saliba e l’ala del Bayern Monaco Michael Olise, valutati 80 milioni. Per trovare il francese di maggior valore in Serie A bisogna scendere al quinto posto della graduatoria: si tratta dell’interista Marcus Thuram, quotato 75 milioni. Restando nel campionato italiano, alle spalle del nerazzurro figurano Theo Hernández del Milan e lo juventino Khéphren Thuram, fratello di Marcus, entrambi valutati 40 milioni.

Questo squilibrio tra quantità e valore è figlio di differenti strategie di mercato: in Serie A e Bundesliga si attinge con convinzione anche a profili di secondo piano — come il diciannovenne Mathis Lambourde, approdato al Verona la scorsa estate, o il trentanovenne Anthony Losilla, da undici stagioni al Bochum — mentre in Premier League e ne LaLiga prevale la ricerca della qualità (i giocatori meno quotati di questi campionati, il diciottenne Joachim Kayi Sanda del Southampton e Enzo Loiodice del Las Palmas, vantano valutazioni comunque superiori a quelle di Lambourde e Losilla).

Ma la presenza francese non si limita ai principali campionati europei. I calciatori transalpini brillano anche altrove. Se ne contano (solo per fare alcuni esempi) 9 nella Saudi Pro League, 6 nella Scottish Premiership, 12 nella Liga Portugal, 20 nel campionato belga, 12 in Eredivisie, 34 nella Super League svizzera e 13 nella Major League Soccer. Persino in Brasile spicca una rappresentanza: Dimitri Payet del Vasco da Gama (38 presenze e 8 gol con la nazionale maggiore).

Sorprendentemente, solo il 38,2% dei giocatori della Ligue 1 è di nazionalità francese. Tra questi, il più quotato è Ousmane Dembélé del Paris Saint-Germain, valutato 75 milioni di euro (tuttavia, il primato assoluto per valore di mercato spetta a un talento straniero: il georgiano Khvicha Kvaratskhelia, anch’egli del PSG, stimato 80 milioni).

E’ significativo osservare anche quanti italiani, quanti inglesi, quanti tedeschi e quanti spagnoli abbiano lasciato il proprio Paese per giocare negli altri principali campionati europei. L’Italia è il “mercato” che ne esporta meno: solo 16 (9 in Premier League, 3 in Bundesliga e in Ligue 1, e 1 ne LaLiga). L’Inghilterra ne esporta 27 (11 in Serie A, 7 in Ligue 1, 6 in Bundesliga e 3 ne LaLiga), mentre la Germania arriva a 29 (12 in Premier League, 11 in Serie A, 4 in Ligue 1 e 2 ne LaLiga). Infine la Spagna: pur lontana dai numeri della Francia, il sistema-calcio della Real Federación Española de Fútbol funziona molto bene. I talenti locali sono valorizzati in patria — il 58,8% dei calciatori impegnati nella LaLiga è spagnolo — ma sono presenti anche nei principali campionati europei, dove se ne contano ben 55 (25 in Serie A, 20 in Premier League, 7 in Ligue 1 e 3 in Bundesliga).

A trentacinque anni dai giorni in cui la Serie A era il campionato più bello del mondo, i dati sopracitati mostrano quanto sia cambiato il calcio: uno sport sempre meno nazionalpopolare e sempre più ‘global’. L’evoluzione, pur non incontrando il favore di tutti, è ormai irreversibile.

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Redazione

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