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Scalda i motori il canale televisivo della Lega. Al via la rivoluzione digitale del prodotto calcio italiano.

(di Marcel Vulpis*) –  La prospettiva di una “buona” vendita (sotto il profilo economico) dei diritti tv della serie A, per il triennio 2018/21, è oggi abbastanza alta, secondo la stragrande maggioranza degli analisti di settore. Dopo che è stato annunciato (oltre alle presenze di Sky e Mediaset) l’interesse di intermediari come, per esempio, MP&Silva o IMG (società americana che si è aggiudicata la vendita dei diritti tv della Lega per i mercati esteri), il valore della torta dei diritti del calcio italiano è cresciuto velocemente.

I pacchetti offerti dalla Lega agli operatori dovrebbero essere almeno cinque, sulla falsariga del bando di giugno (andato quasi deserto), ma in modo da accontentare Mediaset (sulla qualità delle squadre da abbinare al pacchetto del Digitale terrestre) e anche la concorrente Sky, che pagherebbe la stessa cifra versata, in tutti questi anni, per avere l’intera offerta del campionato (e sarebbe un’ottima opportunità commerciale, visto che ha già in pancia i diritti della Champions e della Europa League per il prossimo triennio).

La novità dovrebbe essere l’offerta OTT (Over The Top) su Internet, che già è possibile apprezzare nei contenuti della Lega Pro, attraverso i servizi offerti da Eleven, e della Lega basket con Eurosport player.

A giugno, si era affacciata anche Perform (operatore internazionale specializzato nella produzione e commercializzazione di contenuti multimediali dedicati allo sport), interessato ad entrare sul mercato italiano, ma con un’offerta economica non ben definita. A distanza di alcuni mesi questo convincimento si è consolidato, e dunque Perform potrebbe decidere di fare un investimento importante nel nostro mercato. Non si può escludere, però, un intervento a gamba tesa di Vivendi (con Telecom Italia), visto quanto dicono i rumours, nelle ultime settimane, su un suo riallineamento in Italia (e qui entrerebbe in gioco Canal+, dopo gli antichi fasti degli anni ’90).

Se tutte queste ipotesi dovessero andare in porto, è possibile raggiungere un valore di più di un miliardo di euro offerti dai diversi operatori, che sommati ai quasi 400 milioni del mercato internazionale, porterebbero la cifra complessiva (senza considerare i diritti in chiaro ed altri diritti accessori) a poco più di un miliardo e 400 milioni, come aveva promesso in una delle assemblee di Lega, Luigi De Siervo, numero uno di Infront Italy. (continua/parte1) – inchiesta Il Corriere dello Sport

 

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Marcel Vulpis

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