Merchandising – La legge di Lolli sul merchandising

Magliette false sulle bancarelle davanti agli stadi, gadget dei club di calcio contraffatti in vendita ormai ovunque: un mercato particolarmente fiorente, da sempre, in Italia. Una produzione continua di merce "taroccata", di imitazioni. Ma adesso si cerca, con una legge, di mettere un freno a una pirateria che fattura ogni anno milioni di euro. Basta vedere la differenza fra i nostri club e quelli inglesi: lì il Manchester United, il Chelsea, il Liverpool e gli altri hanno altissimi introiti – in tutto in mondo – con la vendita di magliette e di gadget. Qui Milan, Juve, Inter e le altre faticano terribilmente a tenere il passo dei "pirati". In Premier League le attività commerciali e di sponsorizzazione rappresentano quasi un terzo del valore complessivo degli introiti, da noi un decimo (e per fortuna ci sono i diritti tv, altrimenti i nostri club sarebbero in ginocchio).

Ma ora, come detto, si cerca di trovare una soluzione. Ed ecco quindi la "proposta di legge" del deputato Giovanni Lolli (Pd), ex sottosegretario allo Sport nel governo Prodi. Sei articoli, intitolati "Disposizioni per la tutela dei segni distintivi delle società sportive, enti e federazioni, e per la disciplina della loro utilizzazione commerciale e delle sponsorizzazioni sportive". Un testo snello, su cui Lolli ha lavorato da tempo con la collaborazione di uno staff di legali esperti di diritto sportivo (fra loro anche l’avvocato Enzo Morelli, uno dei "padri" della legge sui diritti tv).

Nella sua introduzione, l’onorevole Lolli spiega: "Sul merchandising si è evidenziata una carenza normativa idonea a contrastare da una parte la devastante attività di contraffazione dei marchi e dei prodotti sportivi e, dall’altra, il fenomeno dell’ambush marketing (denominato anche marketing di imboscata). La contraffazione dei marchi genera gravissime perdite in termine di fatturato….".

I sei articoli prevedono una protezione a favore dei club, una tutela che sinora è stata disinvoltamente superata dai tanti "pirati": divieti quindi di utilizzare "i segni distintivi (dei club, ndr) senza autorizzazione dei titolari". Previste anche le sanzioni, da un minimo di 10.000 a un massimo di 200.000 euro, oltre al sequestro della merce contraffatta. Ad accertare le violazioni Guardia di Finanza, arma dei carabinieri e polizia di stato. La proposta di legge è già stata presentata, ora si spera possa andare avanti con un passo veloce.

Già avviato il cammino invece di un’altra proposta di legge, anch’essa estremamente importante per il futuro del nostro calcio: è quella sugli stadi. In questo caso gode addirittura di una via privilegiata, perché è bipartisan: c’è la firma, oltre che dell’onorevole Lolli, anche del senatore Alessio Butti (Pdl). L’iter parlamentare è già stato avviato tanto che dalla prossima settimana se ne occuperà il Senato. Butti e Lolli si augurano che il cammino possa concludersi in un anno: i club aspettano con ansia, molte iniziative sono state rallentate perché bloccate dalla burocrazia (e anche dalla crisi economica). Ma ora la Lega Calcio, con il suo presidente Antonio Matarrese, che è anche un ex deputato (della Dc), vuole affiancare il Parlamento, un’operazione di lobbying in questo caso positiva e quantomai necessaria.

fonte: Repubblica.it

Repubblica.it, portale dell’omonima testata nazionale, ha riportato una sintesi del testo di legge (ddl) sul merchandising, nato da un’idea dell’onorevole del PD, Giovanni Lolli.

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Marcel Vulpis

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