All newsAltri eventiAziendeDiritti TelevisiviEconomia E PoliticaEventihome pageIstituzione e AttualitàSponsorshipSport BusinessSport.BusinessTecnologia

Lo sviluppo delle Over The Top (OTT) nel panorama dei diritti tv collegati agli eventi

(di Sejon Veshaj) – L’attuale sospensione dei maggiori campionati europei e mondiali ha inevitabilmente posto al centro dell’attenzione la querelle legata al mondo dei diritti televisivi tra i principali network di distribuzione e le federazioni calcistiche.

Mentre le controversie tra emittenti sportive e leghe continuano, tra paventate cause milionarie e tentativi di riconciliazione, il team di Football Benchmark – KPMG, ha realizzato un importante lavoro di approfondimento, analizzando l’emergere delle società che ormai detengo una “fetta” sempre più importante nella grande torta dei diritti di trasmissione, le cosiddette società OTT (Over The Top) e sull’impatto sempre maggiore che avranno nel determinare l’offerta di calcio al pubblico di tutto il mondo.

OTT descrive un modulo di trasmissione in cui il contenuto viene consegnato direttamente all’utente finale via Internet, attraverso un servizio di streaming multimediale. Il modello di business dei servizi OTT è piuttosto semplice: i clienti pagano un canone di abbonamento e possono usufruire dei contenuti richiesti su qualsiasi dispositivo compatibile con i servizi OTT come smartphone, smart TV, personal computer o lettori multimediali digitali forniti da terzi. Questo modello diretto al consumatore consente agli utenti di trasmettere in streaming i contenuti scelti quando e dove vogliono, utilizzando l’hardware connesso a Internet.

Per comprendere come il mondo del calcio abbia iniziato ad usufruire dei servizi di “web based”, è utile citare l’evoluzione del più grande fornitore di contenuti OTT, ovvero Netflix, l’azienda californiana nata originariamente come distributore di DVD via posta e nel 2007 (per motivi di semplice riduzione dei costi) divenuta pioniera dell’industria dello streaming video. A pagamento, gli utenti Netflix possono scegliere tra un ampio catalogo di film e serie TV. La relazione diretta con gli abbonati e un ampio pool di dati sui modelli di visualizzazione, consente all’azienda di comprendere e soddisfare le esigenze dei loro clienti.

Da qui l’interesse crescente dell’industria del calcio. Contrariamente alle TV via cavo e satellitari dove i canali e programmi sono predeterminati, nelle piattaforme digitali è l’abbonato a scegliere l’evento preferito potendo usufruire di varie categorie sportive. Tra streaming live, replay, interviste e statistiche sempre aggiornate, l’appassionato ha completa libertà di scelta con un esborso economico molto inferiore rispetto ai tradizionali pacchetti TV via cavo.

Il leader della distribuzione di contenuti sportivi online è DAZN, fondato a Londra da Perform Group nel 2015. Disponibile in 30 paesi, ad oggi DAZN registra circa 8 milioni di abbonati che possono comodamente disporre di un’ampia selezione di categorie sportive, dal rugby al tennis, dalla boxe alla pallavolo. Nel calcio il gruppo del Regno Unito trasmette i match più importanti della Serie A, Serie B, Liga Santander, Bundesliga, Ligue 1, FA Cup, Championship, Eredivisie, Chinese Super League e Mls, oltre ad avere i diritti esclusivi della Copa Libertadores e Copa Sudamericana.

Nel nostro campionato, Dazn trasmette 114 partite a stagione, tre a giornata più gli highlights delle altre sette gare trasmesse da Sky, per un accordo da 193,3 milioni di euro più bonus a stagione fino al 2021.

La tecnologia OTT non solo consente una distribuzione alternativa e flessibile degli eventi, ma anche la creazione di contenuti esclusivi per le singole squadre, con accordi milionari tra piattaforme di video-streaming e alcuni tra i club più importanti al mondo: il Liverpool FC, ad esempio, collabora con la consociata AT&T Turner Sports per offrire momenti salienti, analisi e partite della UEFA Champions League ai tifosi negli Stati Uniti. Il Manchester City e il Borussia Dortmund hanno collaborato con Amazon Prime Video nella creazione di docu-serie di quattro episodi offrendo ai fan la possibilità di accedere “dietro le quinte” dei club, scoprendo aneddoti segreti in allenamento e aspetti della vita privata dei calciatori. Gli accordi con Amazon hanno fruttato 10 milioni di sterline ai Citizens e 5 milioni di euro ai tedeschi.

Stessa iniziativa per Netflix, che negli ultimi anni ha prodotto docu-serie di successo con il Sunderland in Inghilterra (da poche settimane è disponibile la seconda stagione) e con la Juventus in Italia. Dall’accordo con il colosso americano la Juve ha incassato circa 10 milioni di euro.

Interessante è il caso analizzato da Football Benchmark del fornitore di servizi OTT “MyCujoo“, nato in Portogallo dall’idea dei fratelli Presa per poter seguire le partite della loro squadra del cuore, il Boavista, che nel 2014 retrocesse in seconda divisione portoghese scomparendo dai radar televisivi.

Tramite MyCujoo, dal 2015 vengono trasmesse partite di campionati di livello inferiore, assicurando una copertura di eventi in streaming a livello mondiale (in Italia negli anni scorsi ci sono stati vari accordi per trasmettere le partite della Lega Pro in diretta). Attualmente, la start-up garantisce la trasmissione previo abbonamento delle partite del campionato bielorusso e del Tagikistan, gli unici tornei insieme a quello Nicaraguense a non fermarsi per la pandemia di COVID-19.

Secondo Rethink TV, società di ricerca e analisi nel mercato sportivo, le piattaforme di streaming raggiungeranno grazie ai diritti televisivi, fatturati pari a 85 miliardi di dollari entro il 2024. Gli accordi principali riguarderanno i nuovi mercati, soprattutto in Asia e Nord America, dove è in costante crescita il numero di spettatori e abbonati dei principali campionati europei.

Attualmente in Europa, le emittenti televisive tradizionali rimangono ancora il principale fornitore di calcio, e costituiscono le entrate principali per le federazioni e per i club. I ricavi provenienti dalle TV via cavo e satellite restano la principale fonte di guadagno per quasi tutti i principali campionati europei: 58,9% nella Premier League inglese, 57,5% nella Serie A italiana, 53,2% nella Liga spagnola, 47,7% nella Ligue 1 francese e 39,4% nella Bundesliga tedesca (unica lega in cui i ricavi dalle TV sono completati dai ricavi delle pubblicità).

Previous post

Serie A: accordi tra società e calciatori o inevitabili contenziosi

Next post

Da Olimpiadi invernali risorse per lo sport di base. Camera approva odg dei deputati Barelli (FIN) e Sibilia (LND)

Redazione

Redazione

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *