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LIGA, CROLLA IL TETTO SALARIALE DEL BARCELLONA

(di Mattia Celio) – Il F.C Barcellona non funziona, in campo e fuori: 9° in campionato a -5 dal Real Madrid e ultima nel girone di UEFA Champions League con due sconfitte in altrettante partite. A rendere il momento ancora più complicato è la disastrosa situazione societaria, il cui tetto salariale è stato notevolmente ridotto a causa di problemi finanziari.

Introdotto nel 2013, il tetto salariale viene calcolato in base alla differenza tra ricavi (pubblicità, cessione di calciatori, contratti di sponsorizzazione, introiti da diritti tv, abbonamenti, biglietteria, bonus gare, ecc.) e costi di struttura (stipendi dei dipendenti non sportivi, costi di sfruttamento, acquisti, ecc.). Nonostante, da una parte, abbia portati a risparmi sul costo del personale della Liga, dall’altra non ha mai sanzionato con il blocco del mercato i vari club che lo hanno violato.

Secondo i dati forniti da LaLiga il Barcellona, già fortemente indebitato, in rapporto alla spesa per gli ingaggi della stagione 2021-22 ha visto il suo tetto salariale scendere da 382 milioni di euro (a gennaio) a 97,9 milioni di euro, risultando così al settimo posto in questa classifica finanziaria. Un calo così il club di Joan Laporta lo aveva avuto già durante la stagione 2019-20 (da 670 milioni di euro a 385 milioni). Situazione ancora più deprimente se paragonata a quella tutt’altro che drammatica dei rivali del Real Madrid: in rialzo da 470 milioni a 739 milioni di euro. Dunque superiore di 642 milioni rispetto al tetto salariale blaugrana.

Si ritiene che dietro a questo crollo ci sia il passaggio gratuito di Lionel Messi al PSG. Il campione argentino, durante gli anni al Barça, guadagnava quasi 140 milioni di euro, uno stipendio così stellare che l’ex numero 10 ha deciso di non dimezzarsi. Al contrario di Gerard Piqué. Durante la sessione di mercato, il Barcellona ha ceduto anche Griezmann all’Atletico Madrid (prestito) e gli unici acquisti fatti sono stati praticamente a costo zero.

La situazione economica potrebbe diventare ancora più delicata in caso di esonero, ormai quasi certo, di Ronald Koeman, la cui penale sarebbe di 6 milioni di euro aggiungendo anche le mensilità da versare fino a giugno e lo stipendio dell’eventuale nuovo allenatore.

 

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