Punto e a Capo

L’anno Europeo dello Sport: il suo ruolo sociale

In tutti i Paesi lo sport è stato sempre utilizzato come il miglior metodo di formazione della personalità individuale, di sviluppo delle relazioni interpersonali, della coesione sociale e del lavoro di squadra. L’esperienza italiana è emblematica in questo senso; basti pensare a tutti i calciatori nati e cresciuti sui campetti degli oratori, il cui scopo ultimo era proprio quello di accrescere la mutua comprensione tra ragazzi appartenenti a diverse classi sociali e fungere da veicolo d’integrazione per coloro i quali vivevano in situazioni di disagio. Questo spirito è stato ripreso anche dalle Istituzioni comunitarie già nel 1997, quando, nel quadro dei negoziati relativi al Trattato di Amsterdam, i capi di Stato e di governo hanno affermato la rilevanza sociale dello sport e il ruolo che esso assume nel forgiare l’identità e nel ravvicinare le persone. A ciò si sono aggiunte in seguito l’attribuzione alle attività sportive di cinque funzioni essenziali: educativa, sanitaria, sociale, culturale e ricreativa. Lo sport è quindi entrato a far parte dell’agenda comunitaria quale fattore d’inserimento, di partecipazione alla vita sociale, di tolleranza, di accettazione delle differenze e di rispetto delle regole, soprattutto per i giovani, che ne sono i principali attori e fruitori. La coincidenza con il ritorno dei Giochi Olimpici nel loro luogo d’origine, la Grecia, è stato uno stimolo importante per riprendere con maggiore slancio l’attività delle Istituzioni europee in quest’ambito, adottando la decisione 291/2003/CE, che istituisce l'”Anno europeo dell’educazione attraverso lo sport 2004“. Questo programma si inserisce, quindi, a pieno titolo nell’impostazione generale della Commissione europea volta a sottolineare il ruolo sociale e educativo dello sport. La lotta contro il doping e la commercializzazione sfrenata dello sport devono infatti partire proprio dalla promozione a livello giovanile dell’ideale olimpico, del “fair play” e di tutti quei valori etici che permettano di rafforzare sempre più l’importantissimo ruolo sociale svolto dalla pratica delle discipline sportive e di creare nuove generazioni desiderose di conoscersi, accettare e rispettare le diversità per poi comprendersi, dialogare e cooperare insieme. Inoltre le Istituzioni europee, dopo aver riaffermato lo scorso anno, in una dichiarazione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, il valore sociale dello sport per i giovani, sono attualmente impegnate nell’istituzione di una giornata annuale dell’educazione attraverso lo sport. Ma l’obiettivo principale resta quello del riconoscimento dello sport all’interno del Trattato costituzionale europeo. Solo così sarà possibile avere davvero quegli strumenti legislativi e quelle risorse necessarie per la valorizzazione completa dello sport a livello europeo.

* Capo Delegazione di AN al Parlamento Europeo

Previous post

Fausto Tonna (ex Dir.Fin. Parmalat) si confessa

Next post

IL CASO DOMINA VACANZE-BLUE SEA SERVICE.

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *