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La tecnologia sempre più al servizio del mondo dello sport

(di Marcel Andrè Vulpis) – Sono sempre più frequenti le collaborazioni tecniche tra IT company e player sportivi (fondamentali per mettere al centro il rapporto con il tifoso o per migliore le performance sul campo).

Il Werder Brema, popolare club di Bundesliga1, per esempio, ha presentato ai tifosi una nuova collezione di maglie digitali legate a filo doppio alla novità digitale dei “non fungible token” (NFT). Il progetto in esame riguarda la divisa eSports per la prossima stagione (2023/24).

Di fatto, i biancoverdi sono il primo club di Bundesliga a lanciare maglie eSports presenti anche nel Metaverso (per dare vita a tornei competitivi di sport elettronici con giocatori-avatar). Il progetto è stato ideato e realizzato da “The Football Company” (TFC). Le divise sono disponibili in quantità limitate dallo scorso 30 novembre, sul marketplace di TFC e all’interno dell’app ad essa collegata.

Lanciati inoltre alcuni pacchetti speciali, ciascuno con quattro articoli collegati alla casacca eSports (disponibili in tre livelli di rarità e con diversi prezzi in dollari). L’app di TFC è totalmente gratuita e può essere utilizzata anche senza acquistare i non-fungibile token (veri e propri asset digitali).

La start up tedesca TFC (al lavoro su una prima versione “beta”) utilizza la blockchain Dapper Labs Flow (Flow), più sensibile, dal punto di vista energetico, rispetto ad altre soluzioni basate su Ethereum (piattaforma decentralizzata del web 3.0). Ad esempio la creazione di un NFT su questa rete richiede meno energia di una semplice ricerca sui principali motori di ricerca. Al suo interno anche la possibilità, per tutti i club di Bundesliga1 e 2, di sviluppare attività di merchandising nel Metaverso.

Dati centrali per coinvolgere i tifosi allo stadio e in tv

Rivestono ormai un ruolo fondamentale nel supportare le società e le principali federazioni sportive. Una rivoluzione, quella dei “big data” (a partire dall’analisi delle prestazioni degli atleti anche in tempo reale), che coinvolge l’intero movimento dello sport e arriva fino alle televisioni (pronte ad offrire al pubblico la migliore esperienza dell’evento).

L’applicazione della cosiddetta “data analysis” è trasversale: nata negli Stati Uniti, con i primi utilizzi in NFL e NBA (rispettivamente nel football americano e basket), si è diffusa a livello internazionale, coinvolgendo Formula Uno e calcio (la FIFA ha introdotto il fuorigioco semiautomatico proprio in occasione dei Mondiali in Qatar).

Un giro d’affari che toccherà quota 8 miliardi di euro, entro il 2026, in crescita del 166% rispetto ai 3 miliardi del 2022. L’enorme mole di numeri e statistiche, prodotta da diverse fonti, ha però bisogno di un sistema centralizzato di gestione. Ecco perché la “data integration” rappresenta il futuro per chi vorrà sfruttare al meglio questo enorme bacino di informazioni. Soprattutto con l’occhio rivolto ai tifosi, presenti negli impianti (in occasione dei match ufficiali) o più comodamente seduti davanti ad uno schermo tv.

F.1: parola d’ordine immagazzinare i dati

Se il calcio sta provando ad aumentare la quantità di dati a sua disposizione c’è un altro sport, che, ogni fine settimana, ne genera più di quanto un club ne produca in una stagione: parliamo della Formula Uno. Ogni vettura di F.1, infatti, ha, al suo interno, più di 300 sensori in grado di registrare 1,1 milioni di dati telemetrici al secondo (trasmessi dalle vetture ai box). Durante i weekend di gara 160 terabyte di dati vengono inviati tramite un circuito remoto al centro multimediale e tecnologico della Formula Uno. Più in generale, le società sportive, che necessitano di un accesso continuo ai propri dati, stanno iniziando a cercare soluzioni cloud flessibili (consente l’accesso ad applicazioni e dati memorizzati su un hardware remoto invece che su una stazione di lavoro locale) per migliorare le proprie capacità di archiviazione dei dati.

 

 

 

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