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Il Betting pesa per il 20% sulle entrate dei club di calcio di serie A

(di Marcel Vulpis) – Gli investimenti delle aziende del betting pesano sul 20% delle entrate marketing dei club. Sarà un anno difficile per il settore delle scommesse nel mondo dello sport, partendo dal calcio, passando per basket, volley e sport minori.

Il betting pesa oggi, nel calcio professionistico, il 20% del fatturato globale collegato alle attività di marketing. Per ogni 100 euro di investimenti ben 20 arrivano dalle scommesse o da marchi del gambling. Nella stagione appena conclusa 24 aziende del gioco hanno scelto il pallone come piattaforma di comunicazione.

Fino a 15 brand nella stessa partita, con Lazio e Genoa al primo posto nella raccolta pubblicitaria proveniente da questo comparto. In totale più di 10 milioni di euro di giro d’affari, con sponsorizzazioni di maglia, che hanno toccato due club della massima serie: SportPesa retro sponsor del Torino e Chancebet.it sulla divisa dell’Hellas Verona. Ma, più in generale, 12 club sui 20 della serie A si sono legati ad “official betting partner”.

Il contratto di SportPesa, realtà internazionale con sede a Nairobi in Kenya, va oltre la tradizionale sponsorizzazione o presenza del marchio sui led bordo campo. L’azienda africana ha chiuso con il Torino di Urbano Cairo un contratto pluriennale di diversi milioni di euro, che vede questa realtà presente non solo nel calcio, ma anche sui mezzi di Cairo Pubblicità (riviste del gruppo, così come web, fino alla programmazione su La7). Una strategia multimediale integrata, che ha aperto la strada ad una pianificazione pubblicitaria molto più ampia e originale rispetto ad altre aziende del gambling. Ad eccezione di questo accordo quadro, unico nel suo genere, le cinque realtà che hanno investito di più, nella scorsa stagione sono GoldBet (1,6 milioni di euro), Eurobet (1,5 milioni), Bet365 (1,3 milioni), Bwin (900 mila) e Betstars (850 mila). Soprattutto GoldBet ha sfruttato al massimo le molteplici opportunità di pubblicità offerte dalle agenzie di marketing sportivo. Per esempio, dal contratto in esclusiva di “betting partner”, con la possibilità di poter entrare in contatto con il bacino della tifoseria, con attivazioni e promozioni.

A costi più contenuti (variano per tipologia ed importanza della gara scelta) è possibile acquistare momenti specifici, come gli extra time (tempo giocato oltre i due tempi regolamentari) o i “rigori”. Sta crescendo poi, oltre alla tradizionale esposizione sui cartelloni, la presenza delle offerte collegate alle quote live, per poter scommettere nel corso della partita, mentre si è allo stadio o comodamente seduti in poltrona davanti allo schermo tv, fino alla personalizzazione integrale, sotto il profilo grafico, delle panchine. Opzione, per esempio, molto utilizzata da GoldBet (insieme al Genoa e Sampdoria) o da Planetwin (con Udinese e Lazio, oltre a diversi campi di gioco della Serie B).

Nonostante il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni inserito nel Decreto Dignità, licenziato dall’ultima riunione del Consiglio dei Ministri, non essendo ancora in entrato in vigore (non è stato pubblicato, per il momento, in Gazzetta Ufficiale), diversi club stanno sfruttando le ultime opportunità commerciali a disposizione, prima che il provvedimento diventi operativo. Proprio nelle ultime ore ha debuttato, nel calcio italiano, a sostegno delle attività della Roma, il marchio inglese Betway.

Per tre anni sarà lo sponsor della maglia di allenamento dei giallorossi, replicando attività di sponsorizzazione lanciate, alcune stagioni fa, da Dhl con il Manchester United. Betway è lo sponsor di maglia del West Ham United in Premier league e nel football spagnolo di élite sostiene il Levante e il Club Deportivo Leganés. (fonte: Tuttosport)

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