(di Raffaele Dell’Aversana) – I team di F.1 più piccoli si trovano in seria difficoltà per lo stop forzato causato dal Covid-19. Per superare la crisi di liquidità (budget medio annuo di 235 milioni di dollari, con la proposta di un “budget cap” di 150 milioni a partire dal 2021) rispunta in seno a Formula One Group la proposta di reintrodurre la formula dei “team clienti” (secondo quanto riporta “Il Messaggero“).

I 22 Gran Premi messi a calendario avrebbero garantito oltre il 33% degli incassi dagli organizzatori (la cosiddetta “promoter dee”). Il tutto è aggravato dal fatto che il calendario del campionato è ancora tutto da costruire. Con l’ipotesi di prolungare la stagione 2020 fino a febbraio del 2021 .

In base agli accordi del “Patto della Concordia” (scadenza 2020 e al momento non ancora rinnovato) il 67% degli incassi sono da girare ai team; Liberty Media (proprietaria dal 2016 della Formula Uno) ha, nel 2019, intascato oltre 2 miliardi di dollari, dividendo 1,350 miliardi tra le 10 scuderie in base alla classifica del Mondiale (ogni team ha ricevuto almeno un assegno da oltre 30 milioni come base “fissa”, oltre a quelli della classifica iridata).

Con un incasso di circa 60 milioni i piccoli team devono aggiungerne altrettanti dagli sponsor, ma visto che gli incassi del 2020 non saranno all’altezza del passato e che la disponibilità economica potrebbe ridursi del 50% per le piccole squadre, a fronte di 120/140 milioni annui puntualmente spesi, si rischia seriamente il default.

Sull’idea di introdurre i “team clienti” Christian Horner (Team Manager Red Bull) ha dichiarato:”…siamo favorevoli a fornire una macchina clienti completa per i prossimi due anni, le scuderie più piccole non dovrebbero sostenere ricerca e sviluppo. Di fatto calerebbero enormemente le loro spese“.