All newsAltri eventiBetting & GamingCalcioCalcioCalcio.InternazionaleCalciomercatoEconomia E PoliticaEditorialiEuropei di calcioFederazioni EstereFIFA - UEFAhome pageIstituzione e AttualitàPremier LeaguePrurito calcisticoPubblicitàSponsorshipSport Business

Euro2016: Miracolo Islanda, questa (s)conosciuta

(di Marcel Vulpis) – L’eliminazione dei Leoni d’Inghilterra negli ottavi di finale di Euro2016, per mano della nazionale islandese, ha fatto talmente scalpore da portare i media a chiedersi quale sia il valore reale di questi atleti, attesi domenica da un quarto di finale (per certi versi “storico”) con i padroni di casa della Francia.

Fa riflettere come il miracolo Islanda parta, tra l’altro, da una base “domestica” non molto allargata: è una isola di appena 322 mila anime, meno della città di Catania tanto per dare un parametro di riferimento geo-demografico.
I 23 della Federcalcio islandese (riuniti sotto la sigla KSI), che si presenta ad Euro2016 con un budget di appena 900 mila euro, giocano prevalentemente nei paesi nordici, quindi Svezia, Norvegia, Danimarca o Belgio ed Inghilterra.
Per creare una base sportiva da cui “setacciare” e individuare poi l’élite (per il national team) hanno realizzato sull’isola moltissimi campi in sintetico. La cultura del football poi l’hanno trasmessa (negli ultimi 5 anni) ai bambini fin dalla scuola elementare.

Oggi la KSI raccoglie i frutti di un percorso formativo iniziato appunto più di un lustro fa. Risultati positivi sono visibili anche a livello di club di calcio. Infatti le loro squadre stanno andando sempre più avanti nelle qualificazioni estive di Europa League.

Il club più forte, negli ultimi tempi, è stato l’Hafnarfjorur, che, ogni anno, si batte contro la principale squadra della capitale, il KR Reykjakiv, e contro lo Stijarnan (è stato anche avversario dell’Inter alcuni anni fa nelle coppe europee).

Ma torniamo alla Nazionale e al confronto per certi versi impietoso (se parliamo di valori economici) tra l’undici d’Islanda e quello dell’Inghilterra, che, tra l’altro, è un prodotto, a torto o a ragione, della Premier league, il campionato di calcio europeo più ricco al mondo.
Partiamo dai valori globali: secondo il CIES la “rosa” dell’Islanda valeva, ad inizio torneo, 30 milioni di euro. Oggi potrebbe aggirarsi tra 60 e 80 milioni, ma certamente non si avvicina, neppure per errore, ad una delle “corazzate” di questo Europeo: ovvero l’Inghilterra (ben 238 milioni di euro). La Football Association ha spedito in Francia una delle nazionali più ricche di sempre, solo Belgio (400 mln di euro – seconda nel ranking mondiale FIFA) e Germania (332 milioni –attuali campioni del mondo e prossimi avversari dell’Italia domani nel nuovo stadio di Bordeaux) presentavano un valore globale più elevato.

Entrando anche nell’analisi dei tre top player più “ricchi” troviamo sul campo inglese campioni del calibro di Wayne Rooney (35 milioni di euro), Harry Kane (55 mln) e Raheem Sterling (oltre 75 milioni di euro). Praticamente solo Rooney vale più di tutta l’Islanda.

Sull’altro fronte il più noto e ricco come valore di cartellino è il difensore del club russo Krasnodar, Ragnar Sigurdsson (6 mln), seguito da Aron Gunnarsson (capitano e centrale del Cardiff – 2,5 mln) e da Birkir Bjarnason (in forza al Basilea – 2,5 mln). Praticamente non c’è partita. Molti di questi atleti fanno un secondo lavoro e non hanno un procuratore sportivo.

Tornando sul confronto tra federazioni in ambito economico e sponsorizzativo la FA supera abbondantemente di fatto la KSI: gli islandesi hanno appena 7 sponsor tutti a carattere locale ad eccezione di Coca-Cola ed Erreà (Iceland Air, N1/idrocarburi, Lengjan/lotterie nazionali, Landsbank e Borgun/sistemi di pagamento).

Gli inglesi possono invece contare su marchi top come il main sponsor Vauxhall motors (automotive), Lucozade Sport, Lidl (sponsor anche degli azzurri), Carlsberg, Mars, Nike, William Hill, Panini, EE (prodotti per telefonia), Big Cola e M&S.

Sull’Islanda sin dall’inizio c’è stato anche l’interesse dei bookie più importanti. Che potesse esordere con un pareggio per 1-1 contro il Portogallo (da ieri in semifinale dopo aver superato ai rigori la Polonia) era poco probabile, ma certamente non impossibile. Infatti la quota di 7.50 di Paddy Power è la terza, dopo l’1-0 del Portogallo e il 2-0 sempre a favore dei lusitani.
Quello più impensabile ottenuto dagli islandesi nella fase a gironi è stato il 2-1 rifilato all’Austria, quotato a 12. Il risultato di 2-1 contro l’Inghilterra pre-match era invece dato a 26. Il passaggio turno ai quarti, ai danni sempre dei britannici, era dato a 4.80, su cui incredibilmente ha scommesso poco più del 60% tra quelli che hanno giocato. Per quanto riguarda il mercato del “vincente Euro2016” la quota è partita da 70 fino ad arrivare a 225, il giorno prima della partita decisiva contro l’Austria.

Ora per Paddy Power è 40, ovviamente la più alta tra le otto contendenti rimaste. Tenendo aperto il vincente Europeo durante le partite, dal secondo gol dell’Islanda fino a ieri sono stati fatte il 27% di giocate sull’Islanda in più rispetto al numero totale che era stato effettuato fino a prima dell’inizio del calcio d’inizio della sfida con l’Inghilterra.
Nel pre-match ben il 32% degli scommettitori aveva pronosticato la vittoria dell’Islanda prima dell’inizio dell’incontro, mentre live è stato comunque ben il 39% a credere che potesse farcela fino all’ultimo.

Previous post

Ibrahimovic vola al ManUtd e anticipa l'annuncio del club su Instagram

Next post

AC Milan: al via la campagna abbonamenti per la stagione 2016/17

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *