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Diego Maradona top player “attualizzato” al calciomercato attuale

Più di 4,5 miliardi di vecchie lire a stagione (Careca, compagno-brasiliano in squadra, ne incassava più di 2 all’anno), con un parte variabile nella misura del 20% (collegata alle sponsorizzazioni e ai premi). E’ il valore del “salario” di Diego Armando Maradona (morto ieri in Argentina) nel Napoli calcio dei due scudetti (1987 e 1990), il tutto da inserire in un contesto da favola (il quartiere Posillipo), dove abitò nel periodo 1984-1991. Nel garage sostavano una Ferrari F40 e due Testarossa (il cui costo medio era vicino ai 180-190 milioni di lire), status-symbol del benessere nell’Italia di quel periodo.

Il centravanti argentino è stato, in quegli anni, tra i calciatori più ammirati e pagati. In altri sport (golf, baseball e, soprattutto, football americano), sempre nello stesso periodo, vi erano negli Usa, atleti con guadagni annuali superiori al 350% rispetto al talento di Lànus.

Quel 5 luglio del 1984 al San Paolo (il trasferimento dal Barcellona costò al Napoli di Corrado Ferlaino ben 13 miliardi di lire), giorno della presentazione ufficiale al popolo azzurro (in oltre 60 mila pagarono un biglietto del valore di mille lire), si fece notare non solo per i palleggi, ma anche per una t-shirt bianca con il simbolo della Puma. Un’operazione di marketing ancora oggi ricordata come vincente dagli addetti ai lavori.

Segno di una capacità innata di essere “personaggio” e di far parlare di sè, nel bene e nel male. Probabilmente il primo calciatore-moderno in termini di immagine, a partire dai rapporti con i media.

Un recente report della società Playratings.net ha analizzato una serie di parametri per valutare il valore attualizzato del centravanti argentino. Oggi il trasferimento dal Barça al Napoli sarebbe stato valutato in 181 milioni di euro, una cifra, per intenderci, molto vicina ai 222 milioni di Neymar Jr. al PSG.

Come nel caso di Pelè, il fantasista argentino non è riuscito a sfruttare al massimo le potenzialità in ambito commerciale. Se all’epoca fosse stato operativo (all’interno dello stadio San Paolo) un negozio monomarca dello sponsor tecnico di maglia (Lineatime, con Cirio nel ruolo di main sponsor) si sarebbe registrato il primo sold out nella storia del merchandising tricolore.

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Redazione

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