Punto e a Capo

Club di Calcio con Certificato di Qualità

Il calcio di oggi sembra arrivato al limite del collasso sotto l’aspetto finanziario. L’allarme lanciato da Sky alle società di calcio italiane sulla necessità di rivedere al ribasso le richieste dei club in tema di diritti tv rappresenta l’apice di un problema ormai sotto gli occhi di tutti.

Il calcio italiano incassa 10 e spende 15, le società confidano troppo negli incassi dei diritti tv per coprire i costi di gestione. Che dire poi dei debiti e della svalutazione degli asset principali, cioè i giocatori stessi, il cui valore di mercato negli ultimi anni è crollato. L’utilizzo poi del “doping amministrativo” lascia ulteriori dubbi sulla sostenibilità di questo sistema. Ecco il problema sta proprio qui. Trovare il giusto equilibrio tra entrate e uscite, grazie ad una gestione manageriale delle squadre, ancora troppo spesso legate alla figura del Presidente padrone, e del clan familiare che gira intorno alla società medesima.

La soluzione non sta nella cessione collettiva dei diritti Tv, come invece suggerito ultimamente dal Ministro Gasparri, ma nella ricerca della qualità nel sistema calcio. Le società devono ricevere per quello che valgono in termini di ritorno pubblicitario. E che ritorno si può avere se la gestione della società non è certificata“?.
Ecco noi vogliamo avanzare questa proposta: i diritti tv vanno riconosciuti solo alle società gestite in maniera manageriale, che dovranno ottenere dalla Lega Calcio un certificato di qualità, ovvero l’aderenza a parametri gestionali professionali.

Ciò significherebbe maggiore trasparenza amministrativa e migliore gestione dei propri asset. Non sarà più la piazza a decidere se un campione di una squadra può essere venduto a meno (cosa che in alcuni club italiani è già capitata), ma il management, che si assumerà come giusto le sue responsabilità nel tentativo di costruire una squadra competitiva rinunciando anche a qualche bandiera, in nome di un bilancio in regola, di una monetizzazione degli asset al momento di maggior valore, e nel tentativo così di creare una struttura giovanile “serbatoio” a costo zero per la prima squadra, garantendosi così future plusvalenze nella gestione del parco giocatori.
Solo allora i diritti tv rappresenteranno una parte, e non il tutto, degli introiti dei club di calcio italiani.

 

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Marcel Vulpis

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