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Canovi (agente FIFA): Il TPO fa ormai parte del calcio. Fondi speculativi sull’incremento di valore dei giocatori

Per parlare del calciomercato conclusosi il 31 agosto scorso, Federsupporter ha intervistato l’avv. Dario Canovi, la cui voce rappresenta un punto fermo, non solo professionale, nel panorama FIFA degli Agenti dei calciatori.

D. Avvocato, la stampa enfatizza la “ricchezza” del campionato italiano quale conseguenza degli affari conclusi per circa 609 milioni di euro. Lei cosa ne pensa?

R. Il volume di affari nella cifra indicata è solo apparente e va analizzato nelle sue componenti con riferimento alle varie modalità contrattuali ( prestiti gratuiti con diritti di riscatto, contro riscatti, formule di pagamento dilazionate e/o condizionate, plusvalenze reali o contabili. etc.) in relazione alle politiche economico-finanziarie perseguite dai vari Club nei bilanci che permettono di dilazionare il pagamento. Ci dovrebbe essere una maggiore trasparenza sulle modalità degli accordi., ed esaminare i reali flussi finanziari.

D. In questo mercato si è registrato un notevole ingresso di giocatori stranieri, spesso giovani. Qual è la sua opinione in proposito ?

R. Questo comportamento penalizza certamente i vivai delle nostre squadre , specie se ci si raffronta con le “cantere” dei club stranieri dove  vengono fatti esordire ,senza alcun timore, grazie anche alle numerosissime gare da disputare, giovani di 16-17 anni maturati nei rispettivi Club.
Nello stesso tempo il mercato in entrata è stato reso più opaco con l’ingresso della proprietà dei cartellini dei giocatori detenuta dalle “ terze parti”. Il fenomeno della TPO (Third Party Ownership) fa ormai parte della nostra realtà, specie quando si trattano giocatori di Federazioni estere, attraverso Fondi di Investimento che speculano sull’incremento di valore economico e non sportivo di giocatori. Il caso Milan è significativo.
Anche in quest’ottica la recente liberalizzazione degli intermediari, senza alcuna garanzia fornita da una iscrizione ad un Albo professionale che ne garantisca la professionalità, rappresenta un ulteriore elemento di debolezza .

D. La FIGC assume, con sempre maggiore frequenza, delibere che si presentano in contrasto con principi giuridici e che portano sempre più ad esaltare l’autoreferenzialità della Federazione. Secondo Lei, considerato come la FIGC sia anche destinataria di fondi pubblici, il CONI non può intervenire ?

R. Il presidente Giovanni Malagò ha, da tempo, anche pubblicamente attuato una “moral suasion” nei confronti della FIGC che, è bene ricordarlo, rimane un soggetto privato autonomo, al rispetto, sostanziale e non solo formale, dei principi che guidano lo sport.
Peraltro, è la presenza stessa negli organismi federali di soggetti che hanno avuto ed hanno problemi con la giustizia, sportiva e non solo, a contraddire tali principi.
Tutto ciò non depone certamente bene nel presentare una positiva immagine dell’Istituzione calcistica italiana. Si pensi, a titolo esemplificativo, all’ex presidente del Catania (Antonino Pulvirenti), reo confesso, nell’attuale procedimento in corso, della compravendita di ben sei partite ma che sedeva in Consiglio federale.

D. Un’ultima domanda Avvocato : questo calciomercato sempre più aperto all’estero permette una reale crescita del nostro calcio ?

R. Per le ragioni che ho esposto in precedenza, credo che il mondo del calcio abbia bisogno di regole che permettano di schierare più elementi nazionali. Sempre nel rispetto del libero mercato, oggi, però, non può sottacersi che ci sono club che schierano in squadra 9-10 undicesimi di giocatori stranieri.
Di qui la dichiarazione del Commissario Tecnico della Nazionale, Conte, che intenzionato a schierare in Nazionale solo professionisti che giocano nelle rispettive squadre di Club, mi sembra del tutto consequenziale e logica.

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