Serie A - Serie B

Calcio – La Bocconi studia le retribuzioni dei calciatori

Gli ingaggi milionari dei calciatori sono garanzia di miglior rendimento in campo. Ma anche i meno pagati ottengono ottime performance, mentre non brilla chi ha ingaggi medi. E’ il risultato a cui giungono due paper di Giacomo Silvestri di Boston consulting group e Andrea Montanari dell’Università Bocconi, secondo quanto riportato di recente dal portale finanziario "Finanza.com".

Lo studio in esame contraddice alcuni dei luoghi comuni che circondano il mondo del calcio compresi quelli secondo cui la retribuzione dei calciatori non sarebbe davvero influenzata dalla loro performance passata, dalla loro esperienza in termini di stagioni passate in Serie A e dai risultati delle squadre in cui hanno militato.

“I giocatori con le migliori performance risultano essere quelli con più motivazioni economiche”, afferma Montanari, “ovvero quelli che guadagnano di più, le superstar e quelli che guadagnano relativamente di meno, ansiosi di scalare posizioni nella classifica delle retribuzioni”. Analizzando i profili di 326 calciatori per due stagioni i due studiosi sono arrivati alla conclusione che ad avere un riflesso sulla performance individuale non è tanto il livello assoluto della retribuzione, ma l’equilibrio che si costruisce tra le retribuzioni dei diversi calciatori. Risultato? Per avere i migliori rendimenti in campo le società dovrebbero adottare una politica retributiva esplicita, scegliendo tra il modello gerarchico, che motiva le persone attraverso marcate differenze di retribuzione e quello compresso, che motiva alla cooperazione attraverso retribuzioni simili. Dall’analisi emerge infatti che le squadre che hanno fatto una chiara scelta tra i due modelli ottengono risultati migliori di quelle che si pongono nel mezzo, affidando le contrattazioni un po’ al caso e un po’ all’abilità dei procuratori. “Le società devono comunicare chiaramente ai giocatori quale sia la loro politica retributiva”, aggiunge Montanari, “perché i calciatori accettano le disparità quando sono in qualche modo giustificate e quando le superstar si assumono le responsabilità che i loro stipendi comportano. L’accettazione dei 6,5 milioni di euro di Ronaldinho dipenderà moltissimo dal suo comportamento in campo e nello spogliatoio”.

Ma se davvero pagare molto o molto poco può essere incentivante, quali sono le determinanti della remunerazione di un calciatore? L’analisi cita la performance individuale e quella di squadra (determinanti chiave della retribuzione), la reputazione (in termini di livello delle squadre in cui il giocatore ha militato e di convocazione in Nazionale) e l’esperienza (il numero di stagioni passate in Serie A non è tuttavia legato positivamente alla performance). Cambiare squadra non porta, in media, nessun vantaggio retributivo, mentre lo status della squadra con cui si firma il contratto è decisivo nella determinazione del livello assoluto dell’ingaggio.

I due paper saranno pubblicati nel volume Il management del calcio (edito da Franco Angeli e curato dai due autori insieme a Francesco Bof della Sda Bocconi).

fonte: Finanza.com

Previous post

Marketing - Come si è evoluto lo scarpino da calcio

Next post

Olimpiadi - Numeri da Pechino (1)

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *